Verifiche del pm sull’assetto societario. E intanto l’assessore cede le quote per evitare il conflitto d’interessi


Edizione CIRC_SU2

23/11/2006

LUIGI ROANO AMALIA DE SIMONE L'assessore alla nettezza urbana, alla mobilità e alla sicurezza, Gennaro Mola, vende le quote dell'istituto di vigilanza di cui è comproprietario e conferma di essersi dimesso da amministratore delegato dell'agenzia. Dopo il caso riportato ieri dal «Mattino» su un presunto conflitto di interessi, Mola risponde con un'immediata contromossa. Ma c'è però anche uno sviluppo giudiziario, perché il rapporto dell'assessore con l'istituto di vigilanza è al centro di un'inchiesta della procura. «Il mio ruolo all'interno della Vigilanza Partenopea Srl risale a ben prima della mia nomina ad ASSESSORE – precisa l'assessore in un comunicato – Non appena insediato, sebbene questo non fosse un atto dovuto, mi sono premurato di dimettermi dalla carica di amministratore per l'evidente impossibilità di potermi dedicare a questa attività. Già nella seduta del 3 luglio, infatti, ho rassegnato le dimissioni e comunicato ai soci la mia volontà di cedere le quote». C'è comunque un iter da rispettare, sottolinea Mola: «È stata quindi formalizzata anche la cessione, che è potuta avvenire soltanto dopo le necessarie procedure statutarie: un iter burocratico che richiede non meno di 45 giorni. Tengo, infine, a precisare che, non soltanto non sono più amministratore della Vigilanza Partenopea, ma quest'ultima non ha in essere alcuna attività con il Comune». Il sindaco ieri mattina ha incontrato l'assessore per chiarire questa vicenda: «Con lui non ci sono problemi né conflitti di interesse», ha detto la Iervolino. Ma se sul fronte politico c'è una schiarita, si registra una novità sul fronte giudiziario. L'istituto di vigilanza Partenopea è al centro di un'indagine affidata al pm Barbara Affinita, dopo un esposto presentato a ottobre del 2005 da alcuni lavoratori in mobilità. I dipendenti hanno denunciato presunte irregolarità nell'acquisto dell'azienda «Istituto di Vigilanza Partenopea», dichiarata in stato di insolvenza dalla sezione fallimentare del tribunale, da parte degli imprenditori Antonio Buglione, Salvatore D'Emilio e Antonio Pezzella (la cui quota è stata poi ceduta a Mola). Secondo l'esposto ci sarebbero state irregolarità anche nell'assunzione di una serie di sindacalisti. L'ipotesi di reato è truffa a carico di persone da identificare. I militari della guardia di finanza hanno già sentito alcuni lavoratori dell'istituto di vigilanza. Bisognerà verificare la correttezza della procedura di acquisizione della «Vigilanza Partenopea» e se la società abbia rispettato i criteri previsti dagli accordi per l'assunzione dei lavoratori in mobilità. Per i denuncianti, assistiti dall'avvocato Carmine Capasso, alcuni sindacalisti (anche loro in mobilità dall'azienda fallita) consultati nel corso delle procedure, sarebbero stati assunti con contratti di livello superiore rispetto alle mansioni precedentemente svolte. Mentre agli altri vigilantes, assorbiti con contratti di quinto livello, non sarebbe stata riconosciuta nemmeno l'anzianità. Nell'esposto viene sottolineato che la «Vigilanza Partenopea» di Buglione-D'Emilio-Pezzella , anziché assumere subito tutti i vigilantes avrebbe prima assorbito (a giugno 2005) 113 lavoratori della ex società e poi, successivamente altri 60 (a settembre). Ipotesi di accusa tutte da verificare ovviamente, su cui sono in corso gli accertamenti del pm Affinita.

Verifiche del pm sull’assetto societario. E intanto l’assessore cede le quote per evitare il conflitto d’interessiultima modifica: 2006-11-24T13:06:54+01:00da sagittario290