«La mia notte da incubo al Maresca»


Edizione CIRC_NORD

12/06/2006

MARIELLA OTTIERI Torre del Greco. Una notte da incubo. Balordi, armati di catene, coltelli e spranghe, sono arrivati al pronto soccorso e nelle corsie dell'ospedale Maresca: pochi, al momento, i dipendenti e i pazienti, ma il terrore per loro è stato enorme davanti a un assalto senza ragione e davanti al quale hanno cercato di mettersi in salvo nascondendosi. E il panico non si è registrato solo al pronto soccorso. Le bande si sono dirette infatti anche ai piani superiori, addirittura fino al quinto. Fino alla porta dei locali dove risiedono le suore che prestano sostegno agli ammalati. «Dormivamo tutte – dice suor Maria – e non abbiamo visto nulla. Abbiamo però sentito che stava accadendo qualcosa di grave. Poi, quando ci siamo recate all'ingresso, abbiamo visto la porta in frantumi e tanto sangue in terra. Abbiamo vissuto lunghi attimi di terrore». «Sono state due ore d'inferno – conferma anche Anna, paziente del pronto soccorso che ha invece assistito al raid al piano terra – ho prima sentito urlare qualcuno, poi ho visto quel gruppo di ragazzi entrare in modo furioso: nei loro occhi era espressa tanta rabbia e violenza. Hanno cominciato a urlare e a picchiarsi con le catene; qualcuno era anche armato di coltello. Quelli arrivati disarmati, invece, si sono serviti degli sgabelli e degli appendiabiti per scagliarsi l'uno contro l'altro. Sono rimasta immobile, temevo di essere colpita e tremavo dalla paura». A restare terrorizzati anche gli altri pazienti al momento del raid presenti nei locali del pronto soccorso. Alcuni hanno assistito impotenti e impauriti alla rissa, ma qualcuno è stato addirittura colpito: a cominciare dal responsabile del reparto uro-ginecologia e un infermiere, entrambi aggrediti soltanto perché avevano provato a farli smettere. «Ero in servizio quando ho sentito un forte trambusto, ma non mi sono avvicinato: sarebbe stato un suicidio. Il dramma è che purtroppo non c'è da meravigliarsi di fatti come questi – sottolinea il cardiologo Angelo Nocerino in servizio durante il raid – che rappresentano il chiaro segno che la società in cui viviamo è in grave pericolo. L'ospedale e il suo personale sono solo vittime del degrado in cui viviamo. Sarebbe almeno opportuno disporre un presidio anche nelle ore notturne: occorre maggiore sicurezza e una sola GUARDIA GIURATA non può mai fronteggiare pericoli come quelli vissuti ieri. Anche lui è a rischio. E dire che anni fa, il drappello di polizia lavorava anche di notte. Oggi invece siamo in balia dei malviventi». Ma il medico non è l'unico ad attribuire la «colpa» delle violenze a una realtà drammaticamente tipica dei paesi vesuviani: «Fatti come questi – conclude il dottor Migliaccio – devono servire a far riflettere: i giovani e la società sono sempre più decadenti».

«La mia notte da incubo al Maresca»ultima modifica: 2006-06-13T12:07:46+02:00da sagittario290