La protesta delle guardie giurate: «Noi invisibili a sette euro l’ora» Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio denunciano «otto suicidi nel 2022 tra loro»

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Cronaca

21 febbraio 2023

La protesta delle guardie giurate: «Noi invisibili a sette euro l’ora» Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio denunciano «otto suicidi nel 2022 tra loro»

Dopo più di sette anni di mancato rinnovo del contratto collettivo la protesta è finita per rivestire gli autobus della Capitale. Un mirino con a fianco la domanda «Chi protegge chi protegge?» campeggia sulle vetture Atac.

di Diana Romersi

Vale poco più di tre euro al giorno l’incolumità di una guardia giurata intenta a sorvegliare una banca. Si chiama indennità antirapina e non è l’unica magra voce nella busta paga di questi lavoratori. Meno di sette euro l’ora è la tariffa base per le guardie particolari giurate, ovvero gli armati; spettano invece meno di cinque euro l’ora a coloro che si occupano dei cosiddetti servizi fiduciari, cioè dell’accoglienza e della sorveglianza senza essere dotati di una pistola. Per entrambe le tipologie non resta che lavorare «anche 72 ore a settimana», dicono i sindacati, per riuscire a sbarcare il lunario.

Dopo più di sette anni di mancato rinnovo del contratto collettivo la protesta è finita per rivestire gli autobus della Capitale. Un mirino con a fianco la domanda «Chi protegge chi protegge?» campeggia sulle vetture Atac. La campagna è stata promossa da Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio che denunciano «otto suicidi nel 2022 tra le guardie giurate». L’ultimo lo scorso ottobre, quando una guardia giurata si è tolta la vita davanti a decine di turisti al Circo Massimo.

Del resto, parla di una condizione «massacrante» Maddalena, operatrice dei servizi fiduciari e madre di due bambini: «In media faccio tra le 50 e le 65 ore settimanali, svolgendo soprattutto turni di notte da 13 ore». Dalla banchine della metro M. P., 44 anni, racconta la sua vita da guardia giurata lungo la linea B: «Dopo più di vent’anni la mia paga è ferma a 1.258 euro lordi, gli straordinari non sono obbligatori ma è chiaro che sono l’unico modo per avere uno stipendio dignitoso. È un lavoro insostenibile anche per i rischi che corriamo ogni giorno: stazioni come Termini e Piramide alle due di notte sono posti fuori dalla realtà».

L’acquisto dell’arma è a carico del lavoratore, così come le visite per il porto d’armi. «Quando entri il primo stipendio non lo vedi proprio», dice G.S., 35 anni. «I lavoratori chiedono solo dignità – spiega Fabio Pesoli, della Filcams Cgil di Roma -. Le proposte arrivate dalle associazioni datoriali non sono congrue a colmare anni e anni di mancato rinnovo». «Il problema nasce a monte – dice Paolo Le Foche, Fisascat Cisl di Roma e Rieti -, dal fatto che la vigilanza lavora sugli appalti e così il settore va avanti con tariffe al massimo ribasso, con le conseguenze che oggi vediamo. Queste persone contribuiscono alla sicurezza della cittadinanza, è un’attività delicata eppure rimangono lavoratori invisibili».

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