Il settore della sicurezza privata alla sfida dell’innovazione

Attualità

lunedì 31 ottobre 2016, 09:00

Confcommercio VdA

Il settore della sicurezza privata alla sfida dell’innovazione

A Roma si è tenuto il convegno di Federsicurezza sulla vigilanza privata, “Tra riforme, mercato e rinnovo del contratto: le aziende della vigilanza privata sotto la lente”. Nel corso dei lavori, è stata presentata un’indagine Format su “Il mercato della vigilanza privata, tra conferme e contraddizioni”. L’immagine che emerge è quella di un settore che sta cambiando profondamente nelle sue determinanti fondamentali: la richiesta di servizio sul fronte della domanda (non più solo la vigilanza armata), la possibilità per le imprese del settore di fare business, che premia solo quelle che si rivelano in grado di innovare e di interpretare le nuove esigenze della domanda.

L’intero settore conta oggi 1326 imprese con quasi tre miliardi e trecento milioni di fatturato e quasi 70.000 occupati (dei quali si stima che 41.000 siano le guardie armate). Rispetto al 2008, anno di inizio della crisi, per tanti versi non ancora terminata, il settore si dimostra profondamente cambiato: dopo il boom in termini di fatturato del 2007, il comparto della sicurezza privata è stato caratterizzato da una costante riduzione del giro d’affari che lo ha riportato oggi più o meno ai valori del 2006, con una perdita del 20% circa della capacità di produrre ricchezza. La necessità di adeguamento alle nuove normative previste per il settore ha comportato inoltre l’effettuazione di ingenti investimenti da parte delle imprese che ne hanno ridotto la capacità di produrre utili.

Uno dei segnali che più di altri evidenzia lo stato della sicurezza privata nel 2016 è proprio quello che ha a che fare con la capacità di produrre margini e ricchezza. Il settore è nel suo complesso “in perdita”, con un risultato operativo prima delle imposte pari a quasi 60 milioni di deficit. Tale condizione tuttavia caratterizza soprattutto le imprese che meno delle altre hanno saputo innovare o comunque di interpretare in modo nuovo le richieste del mercato, in prevalenza le imprese di dimensioni minori (tra le grandi imprese quelle che hanno fanno registrare un utile di esercizio sono il 71%). Alcuni numeri sulla profonda differenziazione del settore al proprio interno: un terzo dell’intero volume d’affari è prodotto dalle imprese del Nord Italia; Lombardia e Lazio (Roma di fatto), da sole, coprono il 44% del fatturato totale del settore e danno lavoro a quasi il 60% degli occupati dell’intero comparto; le grandi imprese (quelle con oltre 249 addetti), sono 45 (3,4% del totale) producono da sole la metà circa del fatturato dell’intero comparto e danno lavoro all’80% degli occupati; si pensi che le oltre 700 microimprese del settore danno lavoro a meno del 3% degli occupati del settore.

Concludendo il convegno il presidente di Federsicurezza, Luigi Gabriele, ha sottolineato il “momento delicatissimo in cui siamo, vista la fase di rinnovo di un contratto orma lontano di mille miglia rispetto all’evoluzione del mercato”, a proposito del quale si è detto ottimista visto che “il sindacato per la prima volta si è posto in maniera moderna rispetto al passato e, anche se alcuni imprenditori stentano a convincersi ad adottare una nuova cultura d’impresa, questa volta rischiamo di farcela. Siamo un servizio essenziale, facciamo in modo tale che venga reso con tutti i crismi”.

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