Armi in casa a Ivrea, patteggia due anni

La_Sentinella_del_Canavese

Cronaca

31 ottobre 2015

Armi in casa a Ivrea, patteggia due anni

Nell’abitazione del fidanzato della ragazza morta nel lago trovate anche munizioni e carte d’identità

IVREA. Nella sua casa i carabinieri avevano trovato un piccolo arsenale di armi e munizioni, oltre a tesserini ed equipaggiamenti appartenenti alle forze dell’ordine. Ieri mattina Paolo Edoardo Benedetti, 53 anni, di Ivrea, ex guardia giurata e armiere, è comparso davanti al giudice Elena Stoppini accompagnato dalla polizia penitenziaria patteggiando una pena di due anni.

L’uomo era stato arrestato tre settimane fa a seguito di un blitz nella sua abitazione di via Olivetti. I militari erano arrivati a lui durante le indagini per la morte della convivente, Anna Schniererova, la trentaduenne slovacca, deceduta il 30 agosto scorso nel lago dell’ex cava di Strambino. Vicenda per la quale l’ex guardia giurata è risultato totalmente estraneo.

Nella casa di Benedetti i carabinieri avevano trovato e sequestrato una pistola, caricatori, cartucce, proiettili, una paletta in alluminio con la scritta “carabinieri”, una carta d’identità intestata a un romeno e rilasciata dal comune di Gaby (Aosta) e una rilasciata dal comune di Sciolze, porta tesserini di varie forze di polizia, una falsa tessera della polizia di Stato con la sua foto, un distintivo di “private detective” della “Allsistem”, 4 pettorine con lo stemma dei “carabinieri”, una della “polizia municipale”, una della “guardia di finanza” e un lampeggiante di colore blu a presa magnetica. L’uomo, che fino al giorno prima dell’arresto era portiere in un’azienda del Canavese, aveva cercato di giustificare la presenza di quel materiale con il fatto di esserne un collezionista e che in passato aveva gestito anche un’armeria.

Benedetti era stato accusato dalla procura della Repubblica di detenzione illegale di parti di armi da guerra e munizioni, alterazione di un’arma, ricettazione, possesso e fabbricazione di oggetti delle forze dell’ordine e falso in atto pubblico. Ieri il suo legale, l’avvocato Massimo Campanale, è riuscito a far derubricare il reato delle armi da guerra in un possesso di armi “comuni”, mentre è decaduta l’accusa di ricettazione.

Il pubblico ministero Giuseppe Drammis ha inoltre accettato il rito alternativo del patteggiamento che ha portato alla pena finale di due anni con sospensione condizionale della pena, tanto che nelle prossime ore il cinquantatrenne eporediese verrà scarcerato e uscirà dalla casa circondariale dove era detenuto.

Valerio Grosso

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