Armi e rapine: riecco Massimo Ballone

Cronaca

17/12/2013 06:09

Armi e rapine: riecco Massimo Ballone

L’ex della banda Battestini rinviato a giudizio con quattro giovani di Roseto

TERAMO – Dalle rapine ai danni di banche e portavalori nella Pescara a cavallo degli anni ’70-’80 a promotore di una banda tutta teramana dedita sia all’acquisto di armi da rivendere alla malavita pescarese sia alla pianificazione di assalti a centri commerciali e portavalori. Almeno secondo la Procura di Teramo che al termine dell’udienza preliminare davanti al giudice Franco Tetto, ha chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio per il 52enne Massimo Ballone, ex della famigerata banda Battestini, accusato in concorso con quattro giovanissimi rosetani di associazione per delinquere finalizzata al traffico d’armi e rapine. Un’accusa che dovrà essere provata in dibattimento, con il processo a carico di Ballone che si aprirà il 16 settembre a Teramo. Una decisione, quella del gup, arrivata dopo il rigetto della richiesta da parte del legale di Ballone, l’avvocato Carlo Di Mascio, dell’ammissione al rito abbreviato condizionato da una perizia fonica sulle intercettazioni. Intercettazioni che secondo il pm Silvia Scamurra dimostrerebbero il coinvolgimento di Ballone nella banda, di cui sarebbe stato il promotore insieme al 24enne Andrea Caporaletti, padrino di battesimo del figlio di Ballone, che ha patteggiato insieme al 26enne Alessandro Marini una pena a 3 anni e 4 mesi. Rito abbreviato, invece, per gli altri due presunti componenti del gruppo, il 19enne Davide Galullo ed il 27enne Enrico Martella, quest’ultimo accusato anche dalla rapina ai danni dei vigili urbani di Roseto avvenuta nel 2010, che andranno alla sbarra il prossimo 10 febbraio. L’indagine che ha portato al rinvio a giudizio di Ballone, era partita nella primavera del 2012 dopo la segnalazione arrivata dai commissariati romani e dall’ufficio armi della Questura di Teramo sull’acquisto in alcune armerie di 11 armi. Cinque pistole semiautomatiche, 2 revolver, 1 carabina e 3 fucili a pompa, acquistati con un porto d’armi di cui qualche mese prima era stato denunciato il furto ai Carabinieri di Roseto da Alessandro Marini. Armi che in buona parte sarebbero state cedute alla malavita pescarese, con la quale i quattro giovani avrebbero mantenuto i contatti. Alla squadra mobile sarebbe bastato pochissimo per capire come il gruppetto di insospettabili fosse dedito da tempo alla pianificazione di rapine a furgoni portavalori, uffici postali e centri commerciali.

Alessia Marconi

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