Cronaca
27 luglio 2011 11:50
LA STORIA
Debiti e malattia: e l’operaio modello diventò rapinatore
E’ morto suicida dopo essersi barricato in un hotel. Aveva detto: «Se mi procuro un’arma mi ammazzo»
VARESE – «Non ce la faccio più, se mi procuro una pistola mi ammazzo». Raffaele Crispino, morto suicida martedì a Grandate dopo essersi barricato in un hotel, era certamente un uomo disperato. Prima di evadere dai domiciliari, il 20 luglio scorso, aveva detto a una parente che avrebbe potuto fare una sciocchezza. La sua era una vita normale, fino tre anni fa: villetta a Malgesso, una moglie, un figlio. Era di Napoli ma a Varese aveva trovato un buon impiego in una multinazionale degli elettrodomestici, a Biandronno. Aveva cominciato come operaio: in pochi anni era diventato un capo reparto. Poi era scattato qualcosa nella sua testa. Agli amici aveva spiegato che si era fatto male a un ginocchio giocando a calcio. Era iniziata una lunga trafila dai medici, i guai fisici si erano intrecciati con altri problemi economici e familiari.
La malattia si era prolungata per mesi ed era scattata una causa con l’azienda, finita con un compromesso. Aveva ricevuto dei soldi ma aveva dovuto lasciare quel posto. «Pensava di farcela – spiega il suo avvocato, Mauro Pagani – ma intanto aveva fatto debiti e si era trovato travolto dai problemi economici. Anche la moglie, che aveva un contratto a termine, aveva perso il lavoro». Si era reinventato guardia giurata per tirare a campare, però non gli piaceva quel mestiere.
Lo scorso ottobre aveva deciso di strafare: aveva rapinato un collega, a due passi dal comune di Varese. Era arrivato con moto e casco. Con quella pistola era poi entrato in una farmacia a Cocquio Trevisago minacciando il commesso ma era stato bloccato da un cliente ed era scappato. Era il primo colpo della sua vita: gli tremava la voce ed era incerto. Lo avevano arrestato un mese fa e aveva ammesso tutto: «Ho bisogno di soldi e ho perso la testa». Lunedì sera l’ha rifatto: il sospetto è che sia lui l’uomo che è arrivato in moto, a Varese, e ha rapinato la pistola a un altro ex collega, nello stesso posto. Un colpo fotocopia, ma con un epilogo diverso.
Roberto Rotondo