Piscine e lucchetti, le macerie di “Roma 2009”

Cronaca

(31 dicembre 2009)

Piscine e lucchetti, le macerie di “Roma 2009”

Nove vasche costate fin qui 50 milioni di euro, non finite, due su tre senza le annunciate foresterie, sono sprangate: a Ostia, a Valco San Paolo, a Pietralata. Dovevano essere il dividendo sociale di “Roma 2009”, il ritorno ai cittadini di fronte a mondiali di nuoto che hanno saccheggiato il territorio regalando piscine a imprenditori amici

di Corrado Zunino

jpg_1665102.jpgSopra le macerie dei mondiali di nuoto di Roma ora guerreggiano le fazioni della destra romana: Federazione nuoto contro pezzi di Pdl, ex di An legalisti contro ex di An gestori di piscine. E in questo scenario deprimente i tre mirabili poli pubblici restano chiusi. Nove vasche costate fin qui 50 milioni di euro, non finite, due su tre senza le annunciate foresterie, sono sprangate: a Ostia, a Valco San Paolo, a Pietralata. Inaccessibili al pubblico.

Dovevano essere, insieme all´iperimpianto di Tor Vergata – quello affossato subito, con gli ambiziosi “Gusci” di Santiago Calatrava -, il dividendo sociale di “Roma 2009”, il ritorno ai cittadini di fronte a mondiali di nuoto che hanno saccheggiato il territorio regalando piscine a imprenditori amici.

I tre poli li ha inaugurati in fretta e furia il sindaco Alemanno, pochi giorni prima dello scorso 17 luglio. Tartine al salmone e discorsi fieri: «E´ stata dura, ma ce l´abbiamo fatta». Solo che era tutto finto: in alcune mancava l´aria condizionata, in altre l´impianto di filtraggio, in altre il collaudo. Alle “Iene” il progettista Renato Papagni assicurava: «Due piastrelle e sono completati». Dopo sei mesi siamo con gli impianti pubblici chiusi, pezzi di impianti privati sequestrati e il costruttore di Ostia – la ditta Marziali – che rivendica un credito non saldato di nove milioni ed evoca il crack. Un disastro sportivo e politico.

Ad Ostia sotto le feste natalizie il ballo sulle macerie è diventato un sabba grottesco. E´ in atto uno scontro feroce tra Comune e Federnuoto sulla gestione del polo, annunciato dal presidente federale Paolo Barelli come la nuova Coverciano natatoria e fin qui utilizzato solo per qualche festa privata e pochi allenamenti azurri.

Secondo il presidente della Commissione sport del Comune, Federico Mollicone, la concessione data alla Fin è decaduta: «Per il polo natatorio non hanno sborsato un euro, come invece prevedeva la delibera 85, e non hanno rispettato i tempi di consegna». Barelli ha impugnato la questione e ha chiesto, con i soliti metodi Far West, l´intervento di due uomini della federazione al cancello di lungomare Duilio 32: respinti dai vigilantes dei costruttori, il 7 dicembre scorso. Allora ha portato la controversia davanti a un giudice civile di Ostia ottenendo un primo parere favorevole: lunedì scorso un ufficiale giudiziario ha troncato lucchetti e catene posti dagli uomini della ditta Marziali e ha consegnato le tre piscine alla Fin.

Lunedì prossimo il Tribunale di Ostia potrebbe sentenziare se l´impianto locale – e a cascata anche gli altri due, Valco San Poalo e Pietralata – andrà alla Federazione italiana nuoto, uscita prosciugata dagli sciagurati mondiali, o al Comune. Mollicone fa notare: «C´è una legge del 2002 che impedisce a un soggetto privato di gestire più di un impianto comunale. Bisogna porre fine alla fiction di Ostia, a giorni convocherò i nostri uffici e il commissario straordinario, ognuno deve tirare fuori le carte che possiede: dobbiamo fare chiarezza sul futuro del polo di Ostia e non sprecare un bene della collettività».

Paolo Barelli è sempre più isolato, e scalcia disperato. Paolo Foschi, vicepresidente della Commissione Sport in Regione, Pd, chiosa: «E´ in corso una faida sulle spalle dei cittadini per far gestire le piscine a società amiche dell´uno o dell´altro capocordata».

Piscine e lucchetti, le macerie di “Roma 2009”ultima modifica: 2010-01-01T11:00:00+01:00da sagittario290