Coopservice parla sardo

Attualità

23 Dicembre 2009

Coopservice parla sardo

Firmato l’atto di fusione per incorporazione tra il gruppo cooperativo emiliano e l’Istituto di Vigilanza Executive di Sassari. Un’operazione che rende Coopservice ancora più forte nel fronteggiare la concorrenza dei grandi gruppi europei

coopservicesito300.jpgREGGIO EMILIA, 23 DIC. 2009 – La cooperativa multiservizi Coopservice sbarca in Sardegna, una delle poche regioni in cui ancora non era presente. Dal primo gennaio 2010, infatti, diventa operativa l’incorporazione nel gruppo della dell’Istituto di Vigilanza Executive di Sassari, storica cooperativa del settore della sicurezza operativa sull’isola dal 1976. Un’impresa ben organizzata e in ottima salute dal punto di vista economico e patrimoniale, che con i suoi 185 addetti è il terzo istituto di vigilanza privata della Sardegna.

Il progetto di unificazione fra Coopservice e Executive
, varato nel mese di giugno dalle rispettive assemblee dei soci, è stato suggellato nei giorni scorsi dalla firma dell’atto di fusione da parte dei presidenti Augusto Torreggiani e Gavino Satta.Quest’ultimo è stato anche cooptato nel consiglio d’amministrazione di Coopservice.

“Abbiamo scelto Coopservice – ha dichiarato Satta – nonostante avessimo ricevuto altre proposte, prima di tutto perché ci conoscevamo da tempo e sapevamo esserci tra noi stima reciproca, poi perché siamo entrambe società cooperative e abbiamo lo stesso scopo sociale, fare l’interesse dei soci, rispettando le regole e i contratti di lavoro. Con Coopservice abbiamo raggiunto una garanzia in più per il mantenimento di tutti i nostri posti di lavoro con la prospettiva, anzi, di espandere la nostra presenza e quindi l’organico sfruttando le opportunità offerte dalla vasta gamma di servizi in cui Coopservice è specialista”.

Motivazioni che valgono naturalmente anche per Coopservice
, che non può fare a meno di accrescere il proprio presidio territoriale per fronteggiare la concorrenza dei grandi gruppi europei. “La decisione di arrivare all’unificazione con la cooperativa Executive di Sassari – secondo il presidente di Coopservice Torreggiani – poggia su valide ragioni strategiche ed economiche insite nei benefici che deriveranno sia dalla presenza su un nuovo territorio (potremo diventare elemento aggregante sia per altre cooperative che per altre aziende) sia per il consolidamento delle attività dell’area d’affari sicurezza.”

“La Sardegna è una regione che offre molte opportunità – ha concluso Torreggiani – e il gruppo dirigente di Executive è fatto di persone serie e di alto profilo professionale che, unite alla forza ed alla capacità commerciale di Coopservice, porteranno a importanti risultati”.

Coopservice parla sardoultima modifica: 2009-12-24T11:00:00+01:00da sagittario290

Omicidio Rende, davanti al gup altri 2 presunti autori dell’assalto

Cronaca

Reggio C. (20/12/2009)

Omicidio Rende, davanti al gup altri 2 presunti autori dell’assalto

Rispondono della morte della guardia giurata in concorso con i sei imputati del processo principale condannati all’ergastolo in primo grado

Paolo Toscano

Rende Luigi 02.jpgCompariranno l’11 gennaio davanti al gup Adriana Trapani gli ultimi due imputati del tragico assalto al furgone portavalori, compiuta il 1 agosto 2007 in via Ecce Homo, culminato nell’omicidio della guardia giurata Gigi Rende. Si tratta di Carmine Macrì, 43 anni, e Vincenzo Violi, 30 anni, entrambi di Sinopoli.

I due, a differenza degli altri sei imputati arrestati nell’immediatezza del fatto, erano finiti in carcere dopo una lunga latitanza. Macrì era stato catturato dai Carabinieri il 3 febbraio scorso, tra le montagne intorno a Cardeto. Vincenzo Violi, infine, era stato arrestato nello scorso mese di marzo a Torino.

Macrì e Violi erano sfuggiti al primo blitz delle forze dell’ordine che lo stavano braccando assieme agli altri presunti componenti della banda e si era reso latitante nell’immediatezza dei fatti. Con la loro cattura si era chiuso il cerchio attorno al settimo e all’ottavo componente di quella banda protagonista del tragico assalto davanti all’ufficio postale di via Ecce Homo.

Gli altri sei componenti del commando (Giovan Battista Familiari, 34 anni di Melito Porto Salvo; Santo Familiari, 40 anni di Melito Porto Salvo; Giuseppe Papalia, 37 anni di Sinopoli; Domenicantonio Papalia, 31 anni di Sinopoli; Marco Marino, 30 anni di Gallina, Francesco Giuseppe Gullì, 27 anni di Roghudi) erano stati arrestati nelle ore seguenti al fatto di sangue dagli agenti della squadra mobile della Questura. Il processo di primo grado si era concluso con la condanna all’ergastolo per tutti.

Il processo d’appello è in corso di celebrazione e ha riservato la novità delle rivelazioni di un imputato che ha tirato in ballo il collega di Gigi Rende, sostenendo che era d’accordo con la banda.

Carmine Macrì e Vincenzo Violi, difesi dagli avvocati Leone Fonte e Antonio Attinà, dovranno rispondere dell’accusa di concorso con gli altri imputati del processo giunto già alla fase d’appello, nel tentativo di impossessarsi dei valori trasportati dal furgone della ditta Sicurtransport sul quale viaggiavano le guardie giurate Luigi Rende e Antonino Siclari.

Sempre in concorso con i sei condannati in primo grado all’ergastolo nel processo principale, Macrì e Violi devono rispondere dell’omicidio di Gigi Rende.

Le parti offese nel procedimento sono state individuate in Angela Ferrara, Domenico Rende e Antonia Pellicone, rispettivamente moglie, padre e madre dell’eroico vigilantes premiato dal Presidente Napolitano con la medaglia d’oro al valor civile. Altre parti offese sono state individuate nelle Poste Italiane e nella Sicurtransport.

Omicidio Rende, davanti al gup altri 2 presunti autori dell’assaltoultima modifica: 2009-12-21T11:00:00+01:00da sagittario290

Eutelia, porte chiuse per i lavoratori

Edizione BENEVENTO

15/12/2009

La vertenza Un gruppo è riuscito a entrare dalla finestra: «Da qui non ce ne andiamo»

Eutelia, porte chiuse per i lavoratori

A rischio 120 dipendenti presidio davanti ai cancelli interviene la polizia

Davide Cerbone

HE10_638.jpgLa settimana comincia al solito di buon’ora, per i centoventi lavoratori napoletani dell’ex Eutelia di San Giovanni a Teduccio. Ma stavolta ad attenderli c’è una sorpresa che va oltre ogni immaginazione. «Quando siamo arrivati, abbiamo trovato tutto chiuso», raccontano. «Ci hanno messi alla porta senza alcun preavviso, tra l’altro lì dentro ci sono i nostri effetti personali», spiega Alessandra, una delle più attive in una protesta che ormai dura da mesi. «Per questo – dice – abbiamo deciso di forzare i tornelli, superando il blocco delle GUARDIE GIURATE». Secondo le testimonianze dei dipendenti, nel fine settimana un incaricato di Eutelia ha restituito le chiavi ai proprietari del Centro Mercato 2, sede dell’azienda. «Ma oggi apprendiamo che da quando siamo passati ad Agile non è stato firmato alcun contratto di affitto: eravamo abusivi e non lo sapevamo», aggiunge Antonio. Verso le 10,30 arriva la polizia, che davanti all’ingresso dello stabilimento di via Ferrante Imparato trova circa settanta persone. Non ci sono tensioni particolari, la situazione resta in stand-by. Alle 13, però, una ventina di lavoratori riesce ad infilarsi da una finestra al piano terra. «Anche se fa freddo, siamo al buio e senza viveri, l’idea è quella di passare la notte qui – annuncia Alessandra -: andare via significherebbe non rientrare più». Timore fugato dal proprietario dell’immobile, che si confronta con i lavoratori e garantisce loro la facoltà di abitare i locali fino al 23 dicembre, quando è attesa l’udienza del Tribunale fallimentare di Roma. «Speriamo che si decida per il commissariamento, purtroppo ci sono tutti i presupposti», osserva Pasquale. Senza stipendio da luglio e da due mesi senza corrente elettrica negli uffici, i lavoratori di Agile sfuggono ad ogni definizione. «Non siamo cassintegrati, non ci hanno licenziati, non possiamo cercarci un altro lavoro: siamo dipendenti ostaggio di un’azienda che non esiste», sintetizza Antonio. «Dipendenti, peraltro, altamente specializzati – sottolinea Pasquale -. Siamo laureati, ingegneri, tecnici specializzati. Veniamo quasi tutti dall’Olivetti, un patrimonio informatico che la politica ha distrutto. Vogliamo difendere la nostra professionalità e questa sede, che è storica». Ma prima ancora, vogliono difendere quel diritto a lavorare messo in discussione ogni giorno di più. «Speriamo nell’amministrazione straordinaria – dice Antonio -, con l’auspicio che ci rilevi un gruppo serio. Non vogliamo misure assistenzialistiche, sarebbe assurdo far gravare sulla collettività i danni causati da pseudo imprenditori che hanno pensato solo a speculare sullo Stato e su di noi. Anzi, ci aspettiamo che questa gente venga messa in condizione di non nuocere più». Ma si aspettavano anche altro, i lavoratori dell’azienda di telecomunicazioni. «Dalla Regione e dal Comune nessuno ci ha dato un sostegno che andasse oltre le parole», si rammaricano. E quei cancelli sbarrati sulla loro voglia di lavorare, oggi, hanno il sapore amaro della metafora. «Siamo gli ultimi degli ultimi», denunciano. Il loro lunedì di passione termina alle 18. Si va tutti a casa, ma domani è già un altro giorno.

Eutelia, porte chiuse per i lavoratoriultima modifica: 2009-12-16T11:15:00+01:00da sagittario290