Grosseto
Cronaca
Incidente mortale patteggia undici mesi
Ha patteggiato undici mesi di reclusione per la morte di Danilo Feminò. Stefano Landi, grossetano di 38 anni, era alla guida della Panda di un istituto di vigilanza privata, quando, invase l’opposta corsia di marcia, lungo la Sarzanese Valdera, scontrandosi con la motocicletta che viaggiava in senso opposto
Grosseto, 28 novembre, 2009 – Ha patteggiato undici mesi di reclusione per la morte di Danilo Feminò. Stefano Landi, grossetano di 38 anni, era alla guida della Panda di un istituto di vigilanza privata, quando, secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Alessandro Leopizzi, intorno alle 9 di mattina del 23 maggio 2008, invase l’opposta corsia di marcia, lungo la Sarzanese Valdera, in direzione Follonica, scontrandosi con la motocicletta che viaggiava in senso opposto.
Sulla moto c’era Feminò, un avvocato tributarista di 61 anni originario di Roma ma residente a Genova. Separato dalla sua ex moglie, con la nuova compagna aveva scoperto la Maremma e aveva comprato un podere nella zona di Montieri. E quella mattina stava tornando proprio dal podere in sella alla sua Honda Transalp. La sua vita finì sul rettilineo della Regionale, all’altezza del cantiere del centro ippico. Soltanto ferite lievi per il vigilante, che si salvò grazie all’airbag. L’impatto, infatti, fu violentissimo e l’auto finì sbalzata di qualche metro.
Per disincastrare i due mezzi fu necessario l’intervento dei vigili del fuoco. La sua compagna lo chiamò poco dopo al cellulare, ma quando le risposero i carabinieri, in un attimo comprese la tragedia. Secondo il giudice, Landi stava viaggiando troppo veloce e sulla corsia sbagliata, quando si è scontrato con la moto.
Difeso dagli avvocati Alessandro Oneto e Francesco Salcini, l’indagato ha patteggiato la pena, ottenendo dal giudice Pietro Molino la sospensione condizionale. Patente sospesa per quattro mesi e risarcimento delle spese legali sostenute dai familiari di Feminò, che si sono costituiti parte civile.