03 febbraio 2009
Udine in silenzio tra i clamori italiani
Il primo giorno di Eluana Englaro a Udine è trascorso tra le richieste di preghiera dell’ arcivescovo Pietro Brollo, il silenzio del sindaco Furio Honsell, le polemiche politiche, la sostanziale indifferenza della città, il dramma della famiglia e il lavoro dei sanitari che, alla casa di riposo “La Quiete”, dovranno interrompere l’alimentazione seguendo il protocollo sottoscritto con lafamiglia e indicato dalla sentenza della Corte d’Appello di Milano.
Davanti alla Quiete non ci sono state le scene di protesta e le polemiche che, nel cuore della scorsa notte, hanno accompagnato la partenza della donna dalla clinica beato Luigi Talamoni di Lecco, dove è rimasta per 17 anni. I friulani, gente laboriosa e schiva, che non ama riflettori e ribalte, non sono scesi in strada, non hanno manifestato e hanno continuato la vita di tutti i giorni, proprio come se Eluana non fosse al primo piano della casa di riposo.
A pochi metri dalla finestra della stanza ad angolo dove è ricoverata dall’alba di oggi, sotto una fitta pioggia che ha lentamente ceduto il passo a un pallido sole invernale, il mercato settimanale si è svolto regolarmente. Le guardie giurate, i poliziotti, i Carabinieri e i vigili urbani che dovevano garantire sicurezza e ordine pubblico intorno alla Quiete non hanno avuto alcun tipo di problema. Sul marciapiede davanti alla casa di riposo, solo cronisti e fotografi. Da studenti di passaggio, qualche operaio, qualche impiegato, gli avventori dei bar della zona, solo uno sguardo alla casa di riposo e poi via, verso la vita quotidiana che è andata avanti come tutti gli altri giorni.
Anche la veglia di preghiera annunciata ieri sera tardi dal vescovo Brollo nel santuario mariano di Santa Maria delle Grazie, a poche decine di metri dalla casa di cura, oggi non si è svolta. Per domani l’associazione Papa Giovanni XIII, fondata da don Oreste Benzi, ha organizzato un «pellegrinaggio» davanti alla Quiete, una sorta di sit-in per chiedere che Eluana continui a vivere.
Udine si è divisa solo nelle dichiarazioni dei politici, con il sindaco Honsell che ha parlato della necessità di «dare risposte civili a una tragedia umana», il gruppo regionale del Pdl che ha definito le sue dichiarazioni «una risposta ignobile per un dramma umano».
Senza clamore, in Questura e in Procura, una decina di persone ha consegnato esposti diversi, accomunati dalla stessa richiesta: intervenite per continuare a far vivere Eluana. A distanza, la risposta arriverà in serata: radicali e rappresentanti dell’associazione “Luca Coscioni” manifesteranno davanti alla Quiete per sollecitare la legge sul testamento biologico.