Marano. In due su una grossa moto, più un altro, giovanissimo, alla guida di una Fiat Uno rossa.

Edizione BENEVENTO 

17/06/2008

Marano. In due su una grossa moto, più un altro, giovanissimo, alla guida di una Fiat Uno rossa.

301ac95ce88fb631d07c1f322156d114.jpgDALL’INVIATO ENZO CIACCIO Marano. In due su una grossa moto, più un altro, giovanissimo, alla guida di una Fiat Uno rossa. Ore 10.33, via san Rocco a Marano. Da pochi minuti decine di bambini della scuola materna «Collodi» che è lì a due passi sono entrati nelle classi scansando grattacieli di immondizia. Ma c’è ancora tanta gente in strada. È orario di spesa. Di negozi pieni. E di mamme indaffarate. L’inferno scoppia in un attimo. I due sulla moto (uno più anziano dell’altro) si affiancano a una Fiat Stilo in transito che ha a bordo due GUARDIE GIURATE della società di vigilanza Europol e un bottino di 60mila euro, somma appena riscossa da alcuni centri commerciali di Quarto. L’uomo alla guida della Fiat Uno all’improvviso si blocca davanti alla Stilo, imponendo a questa una brusca frenata. «Fermi, è una rapina!», urlano all’unisono i due sulla moto, che hanno il volto protetto da caschi di colore blu come la notte. Si sospendono i respiri. L’aria intorno si colora di nulla. Proprio in quell’istante, sull’altro lato della strada, sta entrando nella farmacia «Iannacchero» insieme alla figlioletta di cinque anni G.E., giovane ispettore capo di polizia presso il commissariato Arenella a Napoli: è fuori servizio, ma si accorge di quel che sta accadendo a pochi metri di distanza. Non esita un attimo: ad alta voce, si qualifica ai rapinatori intimando loro di fermarsi. Ma non gli ubbidiscono. Anzi, uno dei malviventi spara a bruciapelo contro una delle GUARDIE GIURATE ancora bloccate nella Stilo piena di soldi. Il ferito, (tre i proiettili, all’addome) che sarà trasportato al Cardarelli in gravissime condizioni, si chiama Gennaro Cortumaccio, ha 41 anni. Poi, accortosi della presenza del poliziotto, il rapinatore più anziano spara anche contro di lui. Senza colpirlo. Ore 10.34: tutt’intorno è il terrore. La gente fugge, a piedi o come può. Gli operai Telecom che stanno riparando una cabina incendiata nei giorni scorsi assieme all’immondizia si riparano alla men peggio dietro a un muretto. Ora spara anche la guardia giurata che è rimasta illesa. I proiettili si susseguono, sono più di una decina, dai balconi c’è chi prova ad affacciarsi ma subito rientra in casa con gli occhi annebbiati da quell’increduibile Far West. È a questo punto che l’ispettore urla alla figlioletta di stendersi dietro a un’auto in sosta e di non muoversi «per nessun motivo al mondo». Poi estrae la sua rivoltella d’ordinanza. E fa fuoco. Senza sbagliare mira. Uno dei due rapinatori, quello più anziano che aveva sparato alla guardia giurata, viene colpito all’addome. Morirà centrato da cinque colpi intorno alle 14 all’ospedale di Giugliano. Il giovane alla guida della Uno, invece, viene bloccato e arrestato. Il terzo, quello che guidava la moto, riesce a fuggire verso il centro di Marano. Lo stanno cercando. Ma i colpi di scena non si sono esauriti. Quando l’ispettore di Polizia si accosta all’uomo che ha colpito e gli toglie il casco si accorge con un brivido di aver sparato contro una persona che da anni ben conosce: è il custode del parco delle Rose a Marano, dove l’ispettore abita con la famiglia. Custode. E rapinatore. Si chiamava Aniello Quaranta. Aveva 46 anni. Lavorava nella gabbiola di quel parco da una quindicina di anni. Con lui, nella folle rapina finita in tragedia, anche uno dei due suoi figli, Domenico, 21 anni: è lui l’uomo alla guida della Uno rossa. È in arresto, ovviamente. Padre e figlio, insomma. Uniti in banda e armati per assaltare portavalori che sapevano a loro volta armati e ben esperti nell’autodifesa. Una follia. Un’impresa in apparenza inspiegabile da parte di incensurati che contano solo un piccolo precedente per un abuso edilizio. Sul posto, polizia e carabinieri. La Scientifica, guidata dal dirigente Fabiola Mancone, lavora fino a tarda sera. Per chiarire la complessa dinamica della sparatoria.

Marano. In due su una grossa moto, più un altro, giovanissimo, alla guida di una Fiat Uno rossa.ultima modifica: 2008-06-18T11:00:00+02:00da sagittario290