Subito caos traffico, proteste per il dispositivo

Edizione BENEVENTO

08/09/2007

PARALISI ALL’USCITA DELLA GALLERIA VITTORIA. GLI AUTOMOBILISTI BLOCCATI TELEFONANO ALL’ASSESSORE

Subito caos traffico, proteste per il dispositivo

e19fe5d79081c5c822ccf887ed69537a.jpgPIETRO TRECCAGNOLI Volevate il putipù? E Piedigrotta ve l’ha servito in salsa brasiliana e molto meticcia. Per quasi un’ora Santa Lucia sembrava Salvador de Bahia, con le ragazze e le nonne del Pallonetto calate giù per scatenarsi in un samba o sul ritmo dell’ombelico del mondo, abbracciate alle ballerine, per una tammurriata nera, contaminata, allegra e scacciaguai. Alzatevi (ed erano tutti alzati) sta passando la canzone popolare, contemporanea, che riunisce i ritmi tribali dei bottari di Portico e le note di Carosone e Patty Pravo riproposte con tromboni e clarinetti. Tutto nel segno di una festa ritrovata e della voglia di divertirsi che non hanno confini e che per un giorno ha trovato diritto di cittadinanza tra piazza Plebiscito e Mergellina. Persino Marco Di Lello, proprio lui l’assessore, con il suo gessato blu, è stato trascinato in una tammurriata tra nacchere, triccabalacche e scetavaiasse, nel mezzo di Santa Lucia. Non si è sottratto. Del resto Piedigrotta con i suoi carri è sempre stato il nostro Carnevale. A Di Lello è toccato diventare il consigliere di moda a quell’elegantone di Bryan Ferry, che conquistato dal suo gessato, s’è fatto indicare il nome dello stilista. «È Luigi Borrelli» gli ha risposto l’assessore. E la rockstar inglese è andato a cercarsi la bottega a via Filangieri. Ma più sfrenata era la gente. Come l’arzilla signora Rita Zannelli, capelli biondi e fisico minuto, 72 anni, luciana, che ha ballato fino a sfiancarsi con le bellezze nere venute dal Sudamerica. «Avrei voluto salire sul carro» dice, riprendendo fiato. «Ma non si può, peccato». A pochi passi, Pietro D’Onofrio, che di anni ne ha 82, maestro in pensione, cappellino da baseball e sguardo furbo, incollato a una ballerina: «E come non la ricordo la vecchia Piedigrotta? Era una festa strepitosa, spero che questo sia solo l’inizio. Vorrei vederne tante altre». Anche le bambine sono contagiate di colori brasileiri. Maria Francesca, Serena e Francesca (quindici anni in tre) sfilano con i vestiti di carta che sembrano arrivare da Rio, ma loro sono solo di Pizzofalcone. Turisti se ne vedono pochi: una giovane tedesca burrosa che non fa mancare il suo wunderbar quando vede uscire da Palazzo Reale il primo carro, «Il mistero dell’Uovo» di Vittorio Avella. O una coppia d’inglesi color gambero che fotografa con flemma e indolenza, mentre attorno a loro si scatena la folla con videocamere, fotocamere e telefonini. Un gruppo di ragazzini pakistani si avvia verso il palco, sembra uscito da un romanzo di Hanif Kureishi, ma ormai fa parte del panorama locale. Da Milano, dove vive dal 1962, è arrivato, invece, Carmine Di Luzio, GUARDIA GIURATA in pensione: «Ho sentito in tv che rifacevano Piedigrotta e sono venuto dai miei parenti a Cercola. Resto fino alla fine». Attorno alla sfilata poche bancarelle. Alla Rotonda Diaz spicca quella che vende le magliette di Gargano e del nuovo idolo del San Paolo, Lavezzi. Prezzo intrattabile: dieci euro. Niente coppoloni e lingue di Menelik, cercatevele nei libri. La sfilata è aperta da due giovani nei panni dei borbonici Ferdinando e Carolina. Senza i costumi bianchi sono Gennaro Barone di Sant’Anastasia e Valentina Cimmino di Pozzuoli, entrambi ventitreenni. È una babele di suoni quella che segue le note della fanfara dei carabinieri, prima con la Marcia di Radetzky (quasi fossimo a un Capodanno viennese) E «’O surdato nnammurato» e poi l’Inno di Mameli. Lo starter, con un bengala di coriandoli è affidato all’assessore Valeria Valente, che s’impappina con l’aggeggio e devono aiutarla. Poi i carri di cartapesta (dopo quello di Avella, si sono l’«Arcimboldo della musica» di Geppino Cilento, il «Piedigrotta Viviani e Cangiullo» sempre di Cilento e lo «Sterminator Vesevo» di Annibale Oste) conquistano la scena e la tengono fino a largo Sermoneta e ritorno (alle 22), un omaggio non solo all’effimero di lunga tradizione barocca, ma pure alla voglia di normalità e tradizione, di creatività e sentimento popolare.

Subito caos traffico, proteste per il dispositivoultima modifica: 2007-09-09T11:53:02+02:00da sagittario290

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