Con il caldo arrivano i primi malori

 LIBERTA’ di venerdì 20 luglio 2007 > Piacenza

Termometro sempre più su e si registrano i primi interventi delle ambulanze del 118 su luoghi di lavoro

Con il caldo arrivano i primi malori

Viaggio tra i “forzati” dell’afa costretti a lavorare sotto il sole

Il paradosso è che nessuno dei forzati del solleone invoca la pioggia. «Se piove è peggio, non possiamo andare avanti» dicono i due responsabili dei lavori alla rotatoria che sta nascendo all’imbocco dell’autostrada a Sant’Antonio. Ma è l’abbigliamento a parlare della fatica: il giubbotto arancione fluorescente è indossato sulla pelle nuda. «L’importante è essere a norma» scherzano, mentre si riparano in un metro quadrato d’ombra rubato all’angolo di una casa vicina. E intanto i litri d’acqua consumata si sprecano. Montagne di bottiglie bruciate in pochi minuti perché il colpo di calore è sempre dietro all’angolo. «Ma le speranze di trovare un po’ di sollievo scarseggiano – spiegano – l’unico rimedio contro il caldo è la sopportazione”, commentano sconsolati.
«Qui dentro si fa la sauna», Rosario Filella sintetizza così le sue giornate chiuso dentro al “gabbiotto” di vetro e lamiera da cui dirige la sua stazione di benzina. «Quando servo i clienti non va neanche male, se tira un po’ d’aria e se si ha la fortuna di avere un po’ d’ombra. Ma stare qui dentro è un inferno», spiega mostrando l’angusto spazio dove c’è giusto lo spazio per il pos del Bancomat. Un condizionatore o un ventilatore è impossibile farceli stare. Per lui la soluzione è una sola. «Speriamo che venga presto il giorno di partire per le ferie», conclude.

E l’esperienza insegna: fermarsi a recuperare le forze, forse, è anche peggio. «Poi ripartire è durissima, allora meglio andare avanti piano senza fermarsi» spiega Ettore Dodici, muratore in piena attività nel mezzogiorno più che assolato di ieri per portare avanti le fondamenta di una casa. E a volte non ci si ferma neanche per mangiare, al massimo ci si concede un’oretta e si torna a faticare nella canicola del primo pomeriggio. «Si preferisce un panino per non appesantirsi», continua. E poi si spera in qualche raffica di vento. «Ogni tanto permette di respirare. Meglio della pioggia – conclude – l’acqua ferma i lavori e si è costretti a lavorare riparati senza proseguire nelle parti più impegnative». Anche fare la guardia giurata, d’estate, ha i suoi inconvenienti: il giubbotto antiproiettile pesa più del solito e quegli anfibi ai piedi proprio non aiutano. «Ma si resiste ugualmente. È il nostro mestiere», commenta stoico un sorvegliante di turno davanti ad una banca esposta in pieno sole.

«E’ dura ma si abbassa la testa e si lavora» concorda Massimo Esposito, spostando sotto al sole, da un campanello all’altro, chili e chili di posta. Anche per lui, sperare nella pioggia è controproducente. «Si bagnano tutte le buste» spiega. Chi parcheggia d’estate, prima di chiudere l’auto, già si prefigura quando al suo ritorno troverà l’abitacolo trasformato in un “forno a microonde”. E ci si dimentica di chi agevola le manovre nei parcheggi e custodisce le automobili. Con il bello e il cattivo tempo.

«Se proprio devo scegliere preferisco il caldo, certo che in certe giornate manca proprio l’aria. Per fortuna c’è il bar in cui rifugiarsi a pochi passi» racconta Aureliana Croce, parcheggiatrice di stanza nell’assolata piazza Cittadella, sfoggiando una tenuta perfetta per affrontare qualsiasi temperatura al top: occhiali da sole da pilota d’aviazione, calzoni corti, camicia a maniche corte. Tutto in tinta coloniale.

Ilaria Molinari

Con il caldo arrivano i primi maloriultima modifica: 2007-07-21T11:11:10+02:00da sagittario290