Santa Maria Novella, contro la questua non solo transenne

Cronaca

23 luglio 2014

Santa Maria Novella, contro la questua non solo transenne: spente15 macchinette per i ticket self service

Ferrovie le ha disattivate per permettere controlli capillari. Via vai di agenti e vigilantes: i mendicanti rom si riorganizzano via cellulare

di GERARDO ADINOLFI

L’atrio della stazione di Santa Maria Novella sembra il campo di battaglia di una lunga partita a scacchi. Da una parte ferrovieri, polfer, vigilantes con l’aria fiera e sollevata di esser riusciti, per ora, ad averla in pugno. E dall’altra la banda di mendicanti rom che da qualche mese ha preso d’assedio i turisti della stazione fiorentina. Dopo le transenne ai binari dell’alta velocità, poi a quelle dei pendolari e infine alle biglietterie i ricavi sono diminuiti e il gruppo, seduto sulle scale di via Alamanni, cerca di riorganizzarsi. La mossa vincente, lo scacco matto, è ancora lontana.

I ragazzi giocano con gli spiccioli in mano parlottando. E quando è il momento di agire si chiamano al cellulare. Di solito una ragazza controlla il tabellone degli orari per vedere il binario del treno in arrivo: se è tra quelli non presidiati dalle transenne (l’1-2 e il 16) uno squillo al cellulare e le altre arrivano. Mentre in tre aiutano i turisti con i bagagli, per poi chiedere l’elemosina, un gruppo di 5 uomini controlla dall’atrio che tutto vada liscio. Succede così sui treni regionali per Roma del mattino e per Livorno e Pisa, a pranzo. Poca roba, però, perché ormai quasi tutti i binari sono presidiati e in stazione c’è un continuo via vai di agenti e vigilanti. Un bottino che è diminuito anche per le transenne alle biglietterie. Non a tutte, però, perché Ferrovie ha scelto di spegnere 15 macchinette self service e lasciarne in funzione 23. C’è chi comprende o ironizza: “Sono finite le transenne?” e chi invece, come due turiste inglesi, vaga per la stazione Bancomat alla mano non rassegnandosi alla luce spenta dello schermo. “L’obiettivo – spiega Ferrovie – è quello di avere meno dispersione dei viaggiatori per un controllo più capillare”.

Anche nella sala d’attesa le 3 macchinette self service sono state spente e ne è stata messa in funzione un’altra, senza transenne, vicino alla lunga coda della biglietteria ordinaria. Ma non appena il vigilante si allontana diventa preda della questua molesta. Con l’aumento dei controlli, però, anche i passeggeri hanno iniziato a segnalare i mendicanti alla polfer. “Ora non fanno più affari – gongola un addetto al controllo mentre scorta alcune ragazze della banda verso via Alamanni – hanno paura”. Si conoscono ormai a memoria vigilanti e mendicanti. “Si camuffano – dicono – si mettono il velo per non farsi riconoscere e quando le fermiamo gli uomini urlano: “Dì che ti ha picchiata!”. Le provano tutte”. E qualche volta ancora riescono. I rom fanno la spola tra via Alamanni e i binari 1 e 2. “Parlano un ottimo inglese – dice un controllore – danno indicazioni e i passeggeri li ringraziano”. Come una coppia di turisti giapponesi con un bambino in passeggino. Prima l’aiuto con la valigia, i sorrisi. E poi gli insulti, al rifiuto dell’uomo di pagare. L’epilogo alla macchinetta self service nel parcheggio sotterraneo della stazione dopo che i rumori della stazione muoiono nel silenzio della galleria commerciale ancora chiusa. Si avvicina una donna italiana, trucco leggero, capelli pettinati e una confezione di fazzoletti in mano: “Non sono rom non preoccuparti – dice – Ma mi daresti qualche spicciolo? Ho due figli e non lavoro”.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/07/23/news/contro_la_
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