Grasso: a Prati crimine di alto livello

Cronaca

(06 luglio 2011)

Grasso: a Prati crimine di alto livello
Il padre della vittima: non l’hanno protetto

“Dobbiamo scoprire le causali, i moventi e il contesto in cui è maturato l’omicidio”. Lo sfogo del padre con gli investigatori: “Dissi agli inquirenti chi cercare. Avrei dovuto pagare io una guardia giurata“. “Flavio si stava riprendendo solo ora dal primo agguato, aveva ricominciato da poco a camminare. Era così felice, invece quegli infami l’hanno ammazzato come un cane”. La compagna ha confessato agli inquirenti di avere da mesi ”tanta paura. Dopo l’agguato di febbraio arrivarono lettere minatorie e minacce di ogni tipo” 

di FEDERICA ANGELI e LAURA MARI

090422562-aee9b910-1ee1-40c2-9c97-ea11a073cdfb.jpg“Quando si compie un delitto del genere è evidente che c’è una criminalità di alto livello”. Così il procuratore nazionale Antimafia, Piero Grasso, ha commentato l’omicidio avvenuto a Prati. “Dobbiamo scoprire le causali, i moventi e il contesto in cui è maturato l’omicidio – aggiunge Grasso – Non possiamo fare ipotesi se non abbiamo elementi concreti”. Certo, conclude, è un delitto “di alto livello”.

Gli “investimenti e i profitti” della criminalità organizzata a Roma “sono una realta”. Ma è “un grosso errore” parlare della presenza delle mafie a Roma così come se ne può parlare nelle zone di origine delle cosche e dei clan, ha detto poi Grasso sull’ultimo sequestro di beni alla ‘ndrangheta, che ha riguardato anche l’Antico Caffè Chigi. Nella capitale, afferma, “c’è una realta con cui confrontarsi”: la possibilità, per le mafie, di trovare “mercati facili, dove nascondersi e mimetizzarsi”. E del resto, ricorda il procuratore Antimafia, sia il sindaco Alemanno che il prefetto Pecoraro “hanno predisposto una serie di misure per anticipare, prevenire e scoprire passaggi di proprietà che possono nascondere profitti illeciti”. Dunque, conclude Grasso, “parlare di allarme è eccessivo. Il fatto è che, a differenza di quanto accade nel sud dove si confiscano beni per centinaia di milioni, a Roma anche il sequestro di un solo locale fa notizia, specie se di fronte a palazzo Chigi”.

Le immagini di alcune telecamere che riprendono una fase dell’agguato, ma anche un luogo dove si svolge il mercato nero dell’oro e alcuni testimoni chiave di un delitto dal quale emerge ”una criminalità di alto livello”. Per ora sono questi gli elementi attorno ai quali stanno lavorando gli investigatori, che cercano di far luce sull’omicidio di Flavio Simmi. Negli ambienti della Procura capitolina si è ormai certi che l’episodio si inserisce in una vera e propria guerra tra bande per il controllo del territorio di Roma. E per risalire al movente dell’omicidio – secondo gli inquirenti – bisogna indagare soprattutto sul passato e sull’attività di gioielliere del padre della vittima, Roberto Simmi, ascoltato dagli investigatori insieme a Paola, la compagna di Flavio che ha assistito all’episodio. Ha confessato di avere da mesi ”tanta paura. Dopo l’agguato di febbraio arrivarono lettere minatorie e minacce di ogni tipo”. L’unica pista che sembra tramontare definitivamente è quella del movente passionale: una relazione, nel 2005, con una donna già legata ad un detenuto che avrebbe scatenato l’ira di quest’ultimo. Una circostanza sulla quale finora non si sono avuti riscontri concreti.

E intanto il padre di Flavio Simmi, il 33enne ucciso ieri nell’agguato in via Grazioli Lante, rivela agli investigatori: “È tutta colpa mia, non è giusto. Lui non c’entrava niente. L’hanno ucciso ma il bersaglio ero io”. “Infami, quegli assassini maledetti adesso li troverete vero? Tanto lo sapete chi sono… lo sapevano pure i carabinieri, ma non l’hanno protetto. Se l’avessi saputo avrei pagato io una guardia privata“. E ancora: “Io gliel’avevo detto ai carabinieri chi dovevano cercare. Lo sapeva tutta Roma chi erano gli autori dell’agguato in via del Monte di Pietà. Ma stavolta li troviamo, li becchiamo quegli infami (il riferimento è a un uomo che poteva avercela con Flavio per questioni sentimentali, ndr)”.

È un fiume in piena Roberto. Seduto su una traballante sedia rossa in plastica cerca conforto negli investigatori, si lascia interrogare e fornisce dettagli, dichiarazioni, particolari che potrebbero essere utili per scoprire gli assassini di suo figlio. “Flavio, Flavio, rispondimi” urla più volte tra le lacrime. Si tiene la gamba che trema dalla rabbia, stringe forte un bicchiere di plastica fino a distruggerlo, impreca. Grida il nome del figlio ormai morto e sbatte la testa contro il muro, poi contro la portiera di una macchina parcheggiata. Gli agenti della polizia lo tengono fermo, cercano di calmarlo. Ma lui, maglietta bianca, pantaloni blu e sandali, non sembra accorgersi di nessuno, neanche della consuocera e dagli amici del figlio accorsi sul luogo del delitto. Non li ascolta, non parla con loro. Si rivolge solo ai poliziotti, nella speranza che prendano i killer. “Flavio era così contento, finalmente si stava riprendendo dall’agguato di qualche mese fa – confessa Roberto – faceva fisioterapia, aveva iniziato a camminare. Era così felice e me l’hanno portato via, l’hanno ammazzato come un cane”.

Nove colpi di pistola. Un’esecuzione. “Ma tanto quegli infami li becchiamo subito, basta vedere dov’erano un’ora fa. Li trovate vero?”, chiede Roberto alla polizia. Poi, stremato dal dolore, implora gli agenti. “Me lo fate salutare Flavio per l’ultima volta? Lo voglio abbracciare, per favore”. Pochi metri lo separano dal cadavere, ma per percorrerli Roberto ha bisogno di essere sorretto da tre poliziotti. Lo accompagnano oltre i nastri di plastica che dividono il luogo del delitto dai curiosi. “Flavio, Flavio mio…”, sussurra Roberto mentre si inginocchia davanti al cadavere del figlio. Gli agenti della scientifica alzano il telo verde e lui resta chinato per pochi lunghissimi minuti sul corpo del figlio. Lo abbraccia, accosta la testa al suo petto. Poi, quando gli agenti lo portano via, nel quartiere risuona un urlo straziante. “Flavio, figlio mio svegliati. Mi senti? È colpa mia, solo colpa mia”.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/07/06/news/avevo_denunciato_gli_assassini_ma_nessuno_ha_protetto_mio_figlio-18734288/

Grasso: a Prati crimine di alto livelloultima modifica: 2011-07-07T10:45:00+02:00da sagittario290