Attualità
26 Febbraio 2024
“Basta aggressioni in pronto soccorso, vogliamo le guardie giurate all’ospedale di Ivrea”
La richiesta del sindacato: «Spesso la notte c’è personale femminile, occorre intervenire con urgenza»
ANDREA BUCCI
Troppi infermieri aggrediti dai pazienti e dai loro parenti, ma anche di malintenzionati, all’ospedale di Ivrea (Torino). E così la Federazione Sindacati Indipendenti chiede che in ospedale ci sia un presidio fisso di guardie giurate.
Lo dice il segretario territoriale, Salvatore Orifici, che ricorda come già nel dicembre del 2020 avesse inviato alla direzione Generale dell’Asl T04 un documento in cui domandava di affrontare con serietà il rischio aggressione degli operatori sanitari. «Purtroppo ad oggi non c’è stato alcun riscontro. Negli ultimi anni il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in continuo aumento. Le drammatiche aggressioni nei pronto soccorso di Ivrea del mese di febbraio, hanno riportato in evidenza l’urgenza di un intervento risolutivo».
Il legislatore, mediante l’integrazione dell’articolo 583-quater del Codice penale, ha introdotto il reato specifico di lesioni «cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività». «E con la recente Legge 56/23 sono state inasprite le pene con una nuova modifica all’articolo 583-quater del codice penale. L’inerzia dell’Asl T04 è stata tollerata a causa dell’emergenza sanitaria che, di fatto, ha assorbito tutte le risorse per far fronte all’evento pandemico».
Ma ora la pandemia è andata esaurendosi, e la richiesta della FSI USAE, già attuata in moltissime aziende sanitarie ed ospedaliere su scala nazionale ed anche in diverse aziende del Piemonte, è quella di affidare il servizio di portierato alle guardie giurate, che sono, a tutti gli effetti, considerate «incaricati di pubblico servizio».
«Garantirebbero indubbiamente una maggiore tranquillità per il personale operante, in prevalenza femminile, anche nelle ore notturne, in cui eventuali intrusioni da parte di male intenzionati sono eventi tutt’altro che imprevedibili, e i rischi di aggressione per i lavoratori potrebbero avere conseguenze gravissime».
Il problema è anche che «nelle ore notturne vi sono servizi in cui l’operatore è da solo, e oltre al rischio aggressione si aggiunge il rischio del lavoro solitario» scrive ancora Orifici. E ribadisce l’invito: «La nostra proposta, confortata dalle esperienze positive di altre aziende sanitarie ed ospedaliere, sarà rinnovata al tavolo d’incontro che si terrà il prossimo primo marzo presso il Comune di Ivrea, alla presenza del sindaco e delle forze dell’ordine, con l’auspicio di dare riscontro ai lavoratori in previsione della giornata nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari del prossimo 12 marzo».