Cronaca
31 OTTOBRE 2023
Caporalato, società vigilanza All System e Battistolli commissariate: “paghe sotto soglia povertà”
Dopo Cosmopol, Mondialpol, Servizi Fiduciari, altre due aziende della vigilanza privata finiscono sotto il controllo giudiziario
di Sandro De Riccardis
Dopo Cosmopol, Mondialpol, Servizi Fiduciari, altre due aziende della vigilanza privata finiscono sotto il controllo giudiziario. L’ultimo decreto d’urgenza chiesto dal pm Paolo Storari riguarda All System e Battistolli servizi integrati, colpiti per “retribuzioni sotto la soglia di povertà” per i propri dipendenti. In particolare, All System “registrava i propri lavoratori dipendenti prevedendo una paga oraria pari a 5,37 euro, successivamente portata a 6,93, che moltiplicata per il numero di ore lavorative contrattualmente previste, porta la retribuzione mensile l’ora a 930 euro, poi portata a 1200 euro”. Battistolli, invece, prevede “una paga oraria pari a 5,37 euro”. Stipendi, scrive la procura, “che sicuramente non sono proporzionati né alla qualità né alla quantità del lavoro prestato al fine di garantire “una esistenza libera e dignitosa””. Tra gli appalti incassati da All System, società ed enti di primo piano come Leonardo, Sogin, Grandi Stazioni, Enel, Eni, Saipem, Università Cattolica e persino i tribunali di Milano e di Busto Arsizio e l’Inps. I dipendenti di Battistolli sono invece al lavoro, tra le altre aziende, in Ikea e Fendi. Nessuna delle società ed enti è coinvolto nelle indagini. La nomina di un amministratore giudiziario per ognuna delle due aziende ha lo scopo di “controllare il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative” e di “procedere alla regolarizzazione dei lavoratori” che erano impiegati “in assenza di regolare contratto”. E “di impedire che le violazioni si ripetano”, adottando “adeguate misure anche in difformità da quelle proposte dall’imprenditore”. Per All System, è indagato per caporalato il rappresentante legale Vincenzo Serrani. Per Battistolli, Pietro Contin. Ora il provvedimento dovrà esser convalidato dal gip Domenico Santoro. Per entrambe le aziende, la Guardia di Finanza di Como e quella di Milano hanno raccolto le testimonianze dei lavoratori che – scrive il pm Storari nel decreto su All System – danno atto “di una situazione di vero e proprio sfruttamento lavorativo perpetrato da anni ai danni di numerosissimi lavoratori, che percepiscono retribuzioni sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”.
Le due società avrebbero approfittato dello “stato di bisogno dei lavoratori”, che venivano anche “minacciati di ritorsioni”. “Mi è capitato di lavorare nove giorni consecutivamente perché tutti i colleghi erano in ferie; quindi, c’era bisogno che coprissi anche i loro turni, facendo 77 ore e mezzo totali – mette a verbale un dipendente di Battistolli. (…) E’ capitato che venissi a conoscenza del turno aggiuntivo il giorno prima o addirittura il giorno stesso. (…) A inizio luglio, senza alcun preavviso ma notiziandoci solo tramite mail, avevano apportato delle modifiche al contratto abbassando i compensi previsti per straordinari e festivi e dilazionando la tredicesima”. “Il sabato e la domenica non sono quasi mai giornate di riposo, e specifico che non è una mia scelta, bensì un’imposizione del mio responsabile, il lavoro notturno in busta paga è parificato alle ore di lavoro diurne. (…) Mi è capitato di essermi infortunato a una gamba ma, nonostante ciò, mi sono dovuto comunque recare al lavoro perché non c’è sufficiente personale per dare il cambio”.
Quando il lavoratore fu informato di dover raddoppiare le ore del suo turno, di fronte al suo rifiuto “ne nacque una importante discussione. (…) Dopo questo episodio sono stato spostato presso la sede di viale Fulvio Testi, inizialmente con turni a rotazione, poi all’improvviso mi è stato detto che avrei dovuto fare solo turni notturni in quanto non parlavo bene l’italiano”. Dall’azienda “mi indicavano quelle persone che a causa di una situazione di bisogno, si sarebbero trovate costrette ad accettare i turni ulteriori – denuncia una dipendente di All System -. In caso di eventuali disservizi noi dipendenti venivamo minacciati di ritorsioni, come mancata concessione di ferie e permessi, o trasferimento presso altre sedi disagiate, o notevolmente distanti dai luoghi di residenza, o anche di licenziamento”. “Mi sono trovato a dover lavorare per 10 ore al giorno dalle 5 alle 15 a cielo aperto e, all’esterno di un gabbiotto – ha raccontato un altro lavoratore – non avevo la possibilità di interrompere il servizio per effettuare una pausa per il pranzo e anzi avevo difficoltà anche nell’andare al bagno”.
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