Attualità
11 maggio 2023
Considerazioni di alcuni lavoratori della Vigilanza Privata, in merito al rinnovo del loro CCNL
Vigilanza Privata e Servizi di Sicurezza, 8 ANNI SENZA CONTRATTO!
Sono 8 anni che nuotiamo controcorrente.
Eh, sì, perché nella repubblica delle banane chiedere un salario congruo rappresenta una provocazione.
È passato un pochino di tempo da quando con una missiva chiedevamo che venissero riconosciute le nostre aspettative, ci teniamo a dire del tutto lecite. Nonostante ciò, ci vediamo costretti a ribadire di nuovo attraverso una “letteruccia”, così l’ha definita qualcuno, il nostro concetto di congruità.
Salari uniformati all’art 36 della costituzione e Regole che privilegino la qualità della vita.
In molti ricorderanno il d.lgs. 66/2003 azzerato per volontà dei piagnoni aziendali dall’allora ministro del lavoro Sacconi, contribuendo ad aggravare insieme al decreto Maroni le condizioni dei lavoratori.
È inutile fare l’elenco di tutte le nefandezze proposte dalle associazioni datoriali ma non vogliamo cedere di un millimetro continuando a rivendicare dignità e congruità e non possiamo e non vogliamo fermarci nel perseguire il nostro intento e stavolta lo facciamo mettendo sul piatto le cifre, partendo dai Servizi di Sicurezza (disarmati) che nel corso del prossimo triennio di vigenza contrattuale dovrebbero veder salire i loro stupendi di 350 euro lordi in modo da sanare il gap di anticostituzionalità.
Per le Guardie Particolari Giurate (armate) 170 euro lordi nel triennio. Senza dimenticare l’aumento del 40% delle indennità ferme ormai al 2008.
Ricordiamoci che è passato un altro anno da quel 2 maggio, dove con forza e compattezza abbiamo urlato tutto il disagio che ci state facendo vivere.
88 mesi di teatrino con la regia delle associazioni datoriali, pubblico pagante vessato anche dall’inflazione composto da tutti i lavoratori del settore che si sentono sempre più presi in giro dai vostri tentativi meschini che mirano a fiaccarci ulteriormente.
Ultimo esempio la cifra offerta per sanare 8 anni di mancato rinnovo, 350 euro solo per gli armati e per i disarmati nulla, di questa cifra da capogiro la metà elargita in buoni welfare.
Evidentemente non ci siamo capiti!
Non vorremmo arrivare a pensare che, come “diceva qualcuno ” le menti mediocri, abitualmente condannano tutto ciò che è oltre la loro portata “.
Ci auguriamo che la nostra ennesima “letteruccia” sia l’ultima e che arrivi forte la nostra rivendicazione di equità.
L’unica vera provocazione non è la class action, nemmeno la si può definire un atto ostile. Lo è invece tirarla così alle lunghe.
Le R.S.A. Unitarie
Credo che fotografi bene la condizione del settore