I lavoratori della vigilanza invocano un giusto salario

ECONOMIA

17 marzo 2023

I lavoratori della vigilanza invocano un giusto salario

Lettera dei sindacati ai committenti: “Ne va della sicurezza di tutti”

REGGIO EMILIA – Un contratto nazionale scaduto da otto anni, turni massacranti (a scapito della sicurezza) e salari così bassi, anche per chi ha anni di anzianità alle spalle, da dover ricorrere alle ore di straordinario per raggiungere una cifra dignitosa. E’ il quadro a tinte fosche dipinto a Reggio Emilia da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil per il settore della vigilanza privata in cui rientrano anche i portieri e gli operatori dei servizi fiduciari (cioè gli agenti di vigilanza non armati).

Un comparto difficile da inquadrare anche nei numeri perché, accanto alle circa 1.000 guardie giurate “riconosciute”, c’è un numero imprecisato di lavoratori impiegati in realtà che spuntano come funghi, spesso applicando i cosiddetti contratti “pirata”. Non a caso, a fronte di questa situazione, “i giovani scappano e spesso le aziende impiegano personale non armato per interventi in contesti, come gli ospedali, dove la sicurezza è fondamentale”, spiegano le organizzazioni di categoria.

“Il servizio svolto quotidianamente dagli operatori di vigilanza, altamente professionalizzati con continui aggiornamenti, turni di lavoro oltre otto ore e mancati riposi, è di pubblica sicurezza a beneficio dell’incolumità delle persone”, sottolineano ancora le parti sociali, che oggi invieranno una lettera ai committenti per denunciare quello che definiscono “un atto di violazione indiretta del principio costituzionale sulla adeguata retribuzione”.

Un gesto dimostrativo che segue l’incontro del 10 novembre scorso con prefetto e questore di Reggio per illustrare “i problemi cronici del settore vigilanza e la carenza di risposte datoriale”, concludono i sindacati.

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