Basso Profilo, in 46 rischiano il processo

16/07/2021

L’UDIENZA

Basso Profilo, in 46 rischiano il processo

Sono 26 gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato, 4 i patteggiamenti. Lunedì prossimo il gup deciderà chi verrà rinviato a giudizio

LAMEZIA TERME Sono 46 gli imputati nell’inchiesta Basso Profilo – incentrata sugli illeciti rapporti tra le cosche crotonesi e imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali – che rischiano il rinvio a giudizio. Il gup Simona Manna deciderà il prossimo lunedì, 19 luglio. Intanto nel corso dell’udienza di oggi è stata stabilità la data per l’inizio del processo con rito abbreviato: il 13 settembre. A chiedere il rito alternativo sono state 26 persone (compreso un imputato che deve ancora formalizzare), tra le quali spicca il nome dell’assessore regionale al Bilancio Francesco Talarico (accusato di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso e di scambio elettorale politico-mafioso), Tommaso Rosa (accusato di essere il riferimento operativo della ‘ndrangheta di Roccabernarda, legato al capo del locale Antonio Santo Bagnato), Luciano Basile, amministratore delegato di Sicurtransport spa, società di vigilanza privata (accusato di traffico di influenze illecite), Rodolfo La Bernarda (accusato di traffico di influenze illecite aggravato dal metodo mafioso e corruzione), Carmine Falcone, il notaio di Catanzaro Rocco Guglielmo, Antonino Pirrello (titolare della Puliservice srl, accusato di essere il promotore di una associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso). Quattro persone hanno chiesto il patteggiamento e nei loro confronti il gup Manna si è astenuto rinviando l’udienza al 14 settembre davanti a un altro giudice.

Chi rischia il processo

A rischiare il processo sono, dicevamo, 46 persone – per le quali i pm Paolo Sirleo e Veronica Calcagno hanno chiesto il rinvio a giudizio – tra le quali Antonio Gallo (accusato, tra le altre cose, di associazione mafiosa, poiché nella sua qualità di imprenditore, fungeva da riferimento operativo delle organizzazioni ‘ndranghetistiche insistenti nell’area geografica di Sellia Marina, Catanzaro, Botricello, Mesoraca, Roccabemarda, Cutro e Ciro marina), l’ex presidente dei giovani industriali di Crotone Glenda Giglio (concorso esterno in associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso e varie ipotesi di trasferimento fraudolento di valori aggravate dal metodo mafioso), Ercole D’Alessandro (all’epoca dei fatti luogotenente della Guardia di finanza, in servizio presso il Nucleo di polizia economico finanziario, Gico – sezione Goa di Catanzaro, accusato di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso, corruzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a un sistema informatico, false attestazioni o certificazioni, truffa militare), il figlio Luciano D’Alessandro, l’ex consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto e il figlio ed ex consigliere di Simeri Crichi Saverio Brutto; Umberto Gigliotta (accusato di associazione per delinquere semplice aggravata dal metodo mafioso in veste di promotore poiché quale rappresentante legale di diverse società, creava società fittizie, acquisiva beni di lusso, a mezzo prestanome, attraverso finanziamenti che non venivano onorati); la gastroenterologa Hodette Hasaj (accusata di diverse ipotesi di accesso abusivo a un sistema informatico).

Due le posizioni che sono state stralciate, sin dall’inizio della preliminare, per difetto di notifica della conclusione indagini: Errico Natale e Giuseppe La Bernarda. Per loro si dovrà procedere con una nuova preliminare ed eventualmente riunire le posizioni in seconda battuta.

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