Statale 36, la strada della droga. I sindaci in bicicletta a caccia di pusher

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Cronaca

23 agosto 2020

LECCO

Statale 36, la strada della droga. I sindaci in bicicletta a caccia di pusher

Take away di stupefacenti lungo l’arteria. I comuni si organizzano per contrastare lo spaccio: nessuna

di Barbara Gerosa

«Ci sono dei punti dove in auto saremmo troppo visibili, così a turno, sempre due per volta per non correre rischi, saltiamo in sella alle bici elettriche e andiamo dove sappiamo che gli spacciatori sono al lavoro. Nessuna ronda, solo sorveglianza attiva e segnalazioni alle forze dell’ordine. Dopo il lockdown la situazione è esplosa: clienti e pusher ormai si incontrano persino davanti al municipio, lungo via Conte Taverna per poi fuggire velocemente verso la superstrada 36». Raffaella Puricelli, vicesindaco di Bulciago, nella Brianza lecchese, mostra le due biciclette elettriche che l’amministrazione si è appena aggiudicata grazie a un concorso. Avrebbero dovuto utilizzarle per il piedibus, e lo faranno in futuro, ma intanto sono diventate il mezzo per stanare gli spacciatori. In sella alle due ruote Raffaella, accompagnata dal sindaco Luca Cattaneo o da altri consiglieri, ogni giorno percorre le stradine che dal paese si inoltrano nel bosco fino agli svincoli della statale. Le stesse dove gestivano i loro traffici due marocchini ritenuti i maggiori referenti dello spaccio di stupefacenti in zona, arrestati pochi giorni fa dai carabinieri dopo una lunga attività d’indagine. Giravano con un machete, e il capo, soprannominato «Lupo», nel 2018 aveva ferito con un sasso appuntito un militare che cercava di fermarlo.

Bulciago, ma non solo. Anche Sirtori, Nibionno, Garbagnate Monastero, Molteno, Costa Masnaga, Rogeno, Bosisio Parini, Annone Brianza. Tutti i comuni che si affacciano sull’arteria che da Milano corre fino a Lecco. Il take away della droga: i clienti passano, ritirano l’ordinazione e proseguono dritto. Non si contano le operazioni e gli arresti delle forze dell’ordine, ma l’attività resta fiorente. Troppo alta la richiesta, solo gli ultimi due pusher fermati rifornivano più di 80 acquirenti al giorno, 10 mila euro l’incasso medio quotidiano. E gli amministratori a volte si ritrovano loro malgrado a dover fare i poliziotti. «Durante il lockdown io e un agente, mentre eravamo impegnati nei controlli per il Covid, abbiamo stanato uno spacciatore e identificato un acquirente — racconta il sindaco di Nibionno, Claudio Usuelli, che è anche presidente della Provincia di Lecco —. Le forze dell’ordine, che non smetterò mai di ringraziare per il lavoro prezioso, combattono contro un mostro alimentato da una domanda sempre più alta. Ci vorrebbero sanzioni amministrative per i consumatori, revoca della patente, lavori di pubblica utilità».

A Molteno, per fronteggiare la situazione si è rinnovata la convenzione con un servizio di vigilanza privata chiedendo di sorvegliare anche le zone dove lo spaccio sta diventando incontrollato. Lo stesso primo cittadino, Giuseppe Chiarella, in qualità di presidente della conferenza dei sindaci dell’Oggionese ha scritto al Prefetto di Lecco: «Di giorno e di sera le ciclabili e i boschi che corrono parallelamente alla statale 36 sono invasi da spacciatori che escono improvvisamente dalla vegetazione per consegnare la droga. Tanto che ormai è diventato pericoloso percorrere quelle strade», l’appello accorato. C’è già stato un incontro in prefettura, un altro è in calendario: convocato dal questore Alfredo D’Agostino per il prossimo 10 settembre un tavolo tecnico con gli agenti di polizia locale. «Ma intanto, nonostante tutti gli sforzi, la situazione è sempre più grave», dice Patrizio Sidoti, sindaco di Annone Brianza. Nei prati nella zona della Poncia un uomo ha perso la vita per overdose, un altro ha raccontato di essere stato preso a sassate dai pusher mentre cercava il suo cane nella boscaglia: «Sotto la pioggia di pietre sono riuscito a barricarmi in auto, mi hanno speronato facendomi finire contro un muro.

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