Milano, l’irruzione in Duomo: «Le urla a pochi metri, poi la fuga con i bambini. Temevamo una bomba»

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Cronaca

13 agosto 2020

TERRORE IN CATTEDRALE

Milano, l’irruzione in Duomo: «Le urla a pochi metri, poi la fuga con i bambini. Temevamo una bomba»

I turisti bloccati nella navata: non sapevamo cosa fare

«Eravamo nella navata centrale, vicino all’altare, quando abbiamo sentito un uomo correre e urlare qualcosa. Era a due metri da noi. Dietro di lui moltissimi poliziotti e uomini della sicurezza lo stavano rincorrendo». Mojca e Matej, coppia di turisti sloveni, erano in Duomo quando il 26enne di origini egiziane ha fatto irruzione, armato di coltello, e ha preso in ostaggio per otto minuti una guardia giurata. Un racconto in presa diretta di tutto l’accaduto, da cui emerge un elemento su tutti, che si aggiunge ai dubbi su cosa non abbia funzionato nel protocollo di sicurezza di uno dei simboli di Milano: il Duomo non è stato evacuato durante l’attacco.

«È stato molto strano che nessuno ci abbia detto che dovevamo uscire: in quell’area della cattedrale eravamo circa 20 turisti e abbiamo assistito alla scena, siamo rimasti dentro per circa mezz’ora», ripete più volte Mojca, che è riuscita a contare almeno «una quarantina tra poliziotti e uomini della sicurezza». Il primo pensiero è stato quello di «un attacco terroristico: ho pensato che l’uomo — “Cristiano” l’hanno chiamato più volte i poliziotti — avesse una bomba con sé, questa è stata la mia paura, e che potesse farla esplodere da un momento all’altro. Ma poi nessuno ci faceva uscire, continuavano ad arrivare altri uomini della polizia… Ho pensato che si trattasse di qualcos’altro».

Otto minuti, con un vigilante tenuto in ostaggio, un coltello puntato alla gola, l’arrivo di rinforzi e il concitato negoziato, riuscito, per disarmare e ammanettare l’uomo. «È successo tutto in pochi attimi — dice Matej —: l’uomo ha spinto a terra la guardia giurata e un poliziotto gli ha puntato la pistola contro». Non tutti hanno avuto la stessa freddezza di riprendere l’accaduto: dentro la cattedrale in quel momento c’erano anche bambini. «Una turista ha urlato ed è corsa via trascinando in braccio suo figlio», ricorda Mojca, alla sua quarta visita in Duomo e con la sensazione che forse qualcosa, nonostante il finale non tragico del pomeriggio di ieri, non abbia funzionato al meglio: «Due anni fa ero qui. In chiesa c’era molta più sicurezza rispetto a quella che ho visto oggi, ma c’era anche molta più gente, a dire il vero».

Fino a due anni fa era l’esercito a garantire l’incolumità di fedeli e turisti dentro il Duomo, poi è stato sostituito da una società di vigilanza privata: opera all’interno di un protocollo di sicurezza, sottoscritto con la Questura, che coinvolge l’intera piazza. Dove, a un’ora dall’accaduto, tutto torna alla normalità, nell’incredulità dei turisti una volta raggiunti dalla notizia. Laura e Oscar si ripano ai lati della cattedrale, nell’ombra che a fatica offre sollievo dal clima rovente di Milano. Sono appena saliti sulle guglie della cattedrale. «Ci hanno controllati all’ingresso con il metal detector, hanno aperto zaini e controllato tasche prima di farci entrare». Bruno e Sandra sono arrivati dalla Francia per un tour del Belpaese: «Ci siamo sempre sentiti al sicuro — dicono fuori dalla cattedrale —, all’ingresso i controlli sono accurati: metal detector, zaini e tasche ispezionati». Joost, 24enne tedesco, è in vacanza in Italia insieme a due amici: «Siamo appena usciti, non sapevamo nulla, dentro tutto sembra tornato alla normalità. Si entra a turni di due ore: contemporaneamente non ci saranno più di cento persone».

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana parla di «un fatto gravissimo»: «Rifiuta l’identificazione a seguito di un controllo di Polizia e, dopo essersi introdotto nel Duomo di Milano, armato di coltello ha preso in ostaggio una guardia giurata facendola inginocchiare. Grazie al pronto intervento degli agenti di polizia, il giovane è stato disarmato e non ci sono stati feriti ma il fatto rimane gravissimo e inaccettabile». La vicesindaca Anna Scavuzzo ringrazia «gli agenti della polizia di Stato per il tempestivo ed efficace intervento che ha permesso, in una manciata di minuti, di raggiungere, fermare e disarmare un uomo che era scappato all’interno della cattedrale per eludere un controllo. Ora — aggiunge Scavuzzo — rimane da capire l’identità del soggetto, il suo stato di salute e i motivi per cui tentava la fuga in modo violento e aggressivo».

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Milano, l’irruzione in Duomo: «Le urla a pochi metri, poi la fuga con i bambini. Temevamo una bomba»ultima modifica: 2020-08-14T11:00:30+02:00da sagittario290