Casamonica, dal vigilante al cuoco, debiti per usura da pagare a vita

corriere-della-seralogo

Cronaca

25 giugno 2020

I VERBALI

Casamonica, dal vigilante al cuoco, debiti per usura da pagare a vita

Nelle carte dell’inchiesta gli elenchi dei debitori. La «cravatta» a vita di «Gigi», «Chicca» e gli altri. La potenza del clan che conta

Il quindici del mese, tutti i mesi, «Gigi» saliva sulla sua vecchia Fiat rossa e guidava fino alla borgata Finocchio con in tasca i contanti. Luigi Muscas, cuoco in un ristorante di cucina sarda nel centro di Roma, era sempre stato affidabile. Puntuale. Scrupoloso. Per essere una vittima di usura, poi, dimostrava una certa sensibilità. Così, una volta, Simona Zakova, compagna di Raffaele Casamonica e, in seguito pentita, gli confidò parte della propria amarezza, «spiegando — racconterà in seguito — che ero disperata e stanca di fare quella vita».

Il prestito a «Gigi» non prevede vie d’uscita, è una «cravatta» a vita. Due-trecento euro mensili versati al clan, una piccola pensione. Muscas la vive come una penitenza sartoriale, tagliata su misura. Diversa la storia di Ivan Strangio, strozzato anche lui, per un piccolo prestito di duemila euro da restituire «ad un tasso mensile di 200 euro». Soldi da sottrarre al suo stipendio da vigilantes all’aeroporto di Fiumicino. Ivan sopporta con rabbia e, forse, la rivolge verso altri. Così si mette a recuperare denaro da diversi usurati, come Vincenzo, tossicodipendente alla perenne ricerca di liquidità.

La Zakova censisce con gli investigatori della Squadra mobile anche «Chicca», Alessandra Trinca, cartomante di Ciampino finita, a sua volta, nella rete dei Casamonica. «Ricordo — racconta — che nel 2011 Alessandra voleva presentare a Raffaele (Raffaele Casamonica, ndr.) due sue amiche che avevano bisogno di soldi. Raffaele le disse che non voleva conoscerle e che avrebbe consegnato a lei la somma richiesta da entrambe. Ovviamente Alessandra avrebbe dovuto portare a Raffaele i soldi dovuti dalle sue amiche per le quali forniva garanzia». «Chicca», in definitiva, finisce per procacciare clienti al clan di origine sinti.

Lungo l’elenco delle vite sotto assedio dai Casamonica. C’è Cristian un elettricista di Monteporzio Catone «sotto usura di Raffaele dal 2010»: «Cristian per restituire i soldi — dice la pentita — a volte veniva a casa e in alcune circostanze, ero presente, altre invece incontrava Raffaele nell’area di parcheggio di un negozio adibito alla vendita di materiale elettrico, ubicato nei pressi della fermata della metro C di Torrenova. A volte accompagnavo Raffaele in macchina in questo posto dove aspettavamo Cristian che veniva a consegnare i soldi». Quel che accade a chiedere un prestito al clan è in un verbale depositato ai pm Musarò, De Santis, laddove un imprenditore strozzato riferisce: «Conoscendo i Casamonica chi contrae debiti con loro, anche dopo aver saldato il dovuto, rimane debitore a vita ed ha l’obbligo nei loro confronti di riconoscergli quanto indebitamente richiesto».

Regole esterne e regole interne alla famiglia: si considerano «un’unica razza» i Casamonica, grazie a un legame stretto non solo tra fratelli, ma anche tra zii e cugini. Un clan con un quartier generale alla Romanina nel quale è importante il sentimento di appartenenza alla famiglia e dove ogni membro ha il dovere di rispettare sei regole, alcune delle quali, per la verità, vengono trasgredite dai piu giovani del gruppo. La prima riguarda gli abiti: «Il vestiario, gli ornamenti e gli abbellimenti delle donne devono sottostare a standard comuni e quanto è indossato durante le feste e le ricorrenze deve essere sobrio, in modo che non sia messo in risalto l’aspetto fisico».

Ma ecco la seconda regola: «Il giorno di Pasqua i maschi devono andare con il capo famiglia a festeggiare al bar». Terza regola: non sono ammesse le cremazioni ed è necessario vegliare la salma finché non viene seppellita. Quindi, la quarta regola: «Coloro che non sono consanguinei, vanno considerati estranei, o detto con il linguaggi sinti, dei “Gaggi” (tutti coloro che non sono sinti,ndr.)». Quinta regola: «La donna deve stare in una condizione di inferiorità da un punto di vista etico perché è il maschio che rinnova il patrimonio genetico e le tradizioni di famiglia». Infine ultima regola: i maschi possono vivere con una donna di etnia diversa, solo se la sposano e a quel punto lo sposo (o la sposa) dovranno dar segno di aver accolto le regole del clan.

L’influenza del clan all’interno delle organizzazioni criminali è elevata. E non solo. «Dall’ascolto tecnico (intercettazioni, ndr.) — scrivono gli investigatori — si è appreso di un altro elemento rilevatore del fenomeno mafioso del clan Casamonica, generato da un condizionamento ambientale che permetteva agli esponenti del sodalizio di essere influenti all’interno della struttura carceraria di Rebibbia». Ferruccio Casamonica avrebbe infatti beneficiato di un contatto con il parroco di Rebibbia tramite il quale sarebbe riuscito «a inviare immediatamente le informazioni al figlio detenuto Raffaele»: «Ho il parroco che gli va a dire subito, ho il numero del parroco». Segno della potenza del clan.

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/20_giugno_25/casamonica-vigilante-cuoco-debiti-usura-pagare-vita-006d8b98-b649-11ea-9dea-5ac3c9ec7c08.shtml

Casamonica, dal vigilante al cuoco, debiti per usura da pagare a vitaultima modifica: 2020-06-26T10:45:37+02:00da sagittario290