Coronavirus, i vigilantes dell’ospedale: “Messi a fare filtro senza nessuna protezione”

Attualità

03.03.2020

Coronavirus, i vigilantes dell’ospedale: “Messi a fare filtro senza nessuna protezione”

Malumore tra il personale di vigilanza che ha saputo solo ieri sera di dover controllare gli ingressi al pronto soccorso per smistare i pazienti con sintomi. La Lega: “Scelta sconsiderata”

Alla fine tocca alla vigilanza privata il compito di ‘pre-triage’ all’ingresso del pronto soccorso, in pratica una sorta di filtro per indirizzare alla tenda della protezione civile coloro che lamentano disturbi potenzialmente riconducibili al coronavirus. Un compito che ha immediatamente scatenato la protesta e che ha spinto la Lega a parlare di ‘vigilanza privata dell’ospedale messa a rischio contagio’. Solo poche ore prima di entrare in turno, i vigilanti avrebbero appreso di dover controllare gli ingressi al pronto soccorso sottoponendo i pazienti ad una semplice domanda – “Ha febbre, tosse o mal di gola”? – e accompagnarli alla tenda o indicando la normale via di accesso al triage a seconda della risposta.

Nessuna protezione sarebbe stata fornita: le guardie non avrebbero ricevuto nessun dispositivo di sicurezza per difendersi dal potenziale contagio.

“Una situazione gravissima sia sul piano giuridico che della tutela della salute – il commento del capogruppo in Consiglio comunale Patrizia Ovattoni – le guardie giurate non sono operatori sanitari ma adderti alla sicurezza interna che adesso, ingiustificatamente, vengono sobbarcati di compiti assai delicati non di loro competenza che vanno a violare la privacy delle persone che arrivano all’ospedale”. Ovattoni non esita a definire “sconsiderata e inaccettabile” la scelta di far stare la vigilanza a contatto con gli utenti che si presentano al pronto soccorso, per giunta senza protezioni. “Già un operatore – ancora il capogruppo della Lega – risulta in quarantena poiché venuto in contatto con la donna risultata positiva al coronavirus. Ricordo che nella tenda della protezione civile i volontari si sono rifiutati di stare poiché ritengono sia troppo rischioso effettuare questo tipo di servizio. E ora la soluzione quale sarebbe? Mettere a repentaglio gli operatori della vigilanza? Assurdo”!

E sui volontari a presidio delle tende pre-triage interviene Andrea Meoni, presidente della Pubblica assistenza e consigliere regionale Anpas: “Non è vero che il mondo del volontariato non intende coprire questo servizio – le sue parole – Siamo in prima linea nell’affrontare e nell’aver organizzato a livello locale, in ogni singola provincia della regione Toscana, il servizio di ambulanze specialistiche per il trasporto di persone contagiate da casa a ospedale o per il trasferimento da ospedale a ospedale. Questo con Anpas, pertanto Pubbliche Assistenze toscane, Croce Rossa Italiana ma senza le Misericordie che non hanno acconsentito a garantire questo servizio coi loro mezzi. Inoltre, le Pubbliche Assistenze toscane sono impegnate all’interno degli scali aeroportuali, già da inizio febbraio, dicendo sì, con la Protezione Civile, a garantire un supporto per la misurazione della temperatura e dei parametri vitali. Ora ci viene chiesto anche il supporto all’interno delle tende. Le Pubbliche Assistenze pratesi sono disponibili a collaborare con la Regione e con le Asl ma devono esserci le condizioni per poterlo fare. E su questo francamente non vedo chiarezza. Mi pare manchi infatti la volontà di creare attraverso il Dipartimento di protezione civile il percorso necessario perché quel lavoro possa essere svolto in piena sicurezza per i volontari”.

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Coronavirus, i vigilantes dell’ospedale: “Messi a fare filtro senza nessuna protezione”ultima modifica: 2020-03-04T11:30:39+01:00da sagittario290