Lodi, guardie aggredite in ospedale: è allarme

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Cronaca

05 febbraio 2020

Lodi, guardie aggredite in ospedale: è allarme

Il sindacato Supu denuncia: uno solo di noi a presidiare di notte sette piani di struttura non basta. E poi non siamo tutelati

di CARLO D’ELIA

Lodi, 5 febbraio 2020 – Una sola guardia giurata armata a presidiare un intero ospedale. È questa la situazione tra i sette piani, compreso il Pronto soccorso, del Maggiore di Lodi che da quando è stato ristrutturato nel 2012 non ha più un presidio di polizia all’ingresso.

Ogni notte le guardie private si aggirano per le corsie con un po’ di timore perché in caso di incidente l’unico in grado di intervenire con tempestività è un collega disarmato, che da contratto ha il compito di presidiare da dentro al gabbiotto situato al piano terra. È facile capire che per chi copre questo servizio (affidato su gara d’appalto dalla Regione) è una tensione costante che dura ogni notte per otto ore, dalle 22 alle 6. Anche perché tra le corsie del Maggiore la situazione non è delle migliori. “Qualche mese fa una guardia ci ha segnalato che aveva trovato un senzatetto addormentato sulla lettiga vicino alla sala operatoria”, racconta il segretario provinciale del Supu (Sindacato unitario personale in uniforme) di Lodi-Pavia, Luigi Fausciana. A scatenare le preoccupazioni del sindacato delle guardie giurate sono soprattutto le segnalazioni dei colleghi che molto spesso sono costretti a fronteggiare da soli senzatetto, ubriachi e malviventi più o meno violenti che entrano nel presidio ospedaliero dai tre punti d’accesso tra via Secondo Cremonesi, viale Savoia e il Ps.

L’ultima grave aggressione a Lodi era avvenuta il 18 agosto 2017 ai danni della guardia giurata Dante Marzialetti: un romeno di 32 anni lo aveva colpito con calci e pugni fino a procurargli un infarto, perché gli aveva detto di non lavarsi nei bagni dell’ospedale. Da quel giorno non è cambiato nulla. “Controllare tutto l’ospedale è impossibile – dice Domenico Barbuto, guardia particolare giurata e vice segretario del Supu di Lodi –. Giriamo sempre da soli, col dispositivo per le comunicazioni via radio che in alcuni punti dell’ospedale non prende”. La situazione non migliora anche durante gli altri due turni della giornata. Le segnalazioni di episodi di una certa gravità negli ultimi mesi si sono diradate e i sindacati non escludono che tanti vigilantes in servizio abbiano deciso di restare in silenzio per paura di perdere il posto di lavoro. “Tanti colleghi non denunciano più le aggressioni che subiscono – sostiene il segretario regionale del Supu, Antonino Di Giovanni –: scontri fisici, ma anche verbali che subiscono al Maggiore”. Il Supu protocollerà una lettera stamattina per portare la questione sul tavolo all’assessore regionale Giulio Gallera. “Un vigilante – concludono –, anche se armato, non può chiedere i documenti o fermare una persona in ospedale”.

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Lodi, guardie aggredite in ospedale: è allarmeultima modifica: 2020-02-06T11:00:53+01:00da sagittario290