Udine, sicurezza in città: la ricetta non funziona

ilFriuli

Cronaca

18 gennaio 2020

Udine, sicurezza in città: la ricetta non funziona

Nonostante le promesse, la giunta Fontanini non ha ancora trovato la cura. L’assessore Alessandro Ciani spiega i motivi del ritardo

‘Udine rialzati’ è stato il cavallo di battaglia di Piero Fontanini e delle squadra leghista durante le elezioni. Cavallo vincente, visto che lo ha portato a guidare il capoluogo, promettendo nuova vita alla città, al suo centro storico e alle periferie. A distanza di un anno e mezzo, però, non tutto è cambiato e molti cittadini non si sentono ancora sicuri per strada. Cura fallita, quindi. Abbiamo chiesto il perché ad Alessandro Ciani, assessore comunale alla Sicurezza.

“E’ difficile – spiega l’assessore – riempire in pochi mesi il nulla dei 15 anni che ci hanno preceduti. Sono state adottate numerose azioni che si sono subito dimostrate efficaci, ma non risolutive di tutti i problemi”.

Non si può accusare del fallimento soltanto la precedente giunta, però. Secondo Ciani, c’è una seconda causa importante.

“Ciò che si poteva fare – spiega l’assessore – è stato subito fatto. Per il resto bisogna capire che la burocrazia rallenta tutto. Fare una gara d’appalto per migliorare, per esempio, il sistema di videosorveglianza, richiede anni. E’ ovvio, quindi, che siamo in ritardo. Questo è un fatto frustrante per chi governa, ma è assolutamente incomprensibile per i cittadini. Basti pensare che nella prima finanziaria della giunta Fedriga erano già stati stanziati 400mila euro per l’ampliamento della videosorveglianza. Mi auguro che questo progetto si possa concludere nel 2020. Sicuramente, a livello nazionale, il codice degli appalti è da rivedere”.

Intanto, “nel 2019 – spiega Ciani – abbiamo speso 120mila euro per il rinnovo e l’ampliamento del numero di telecamere che servono alla polizia per la lettura delle targhe, ma anche per garantire la sicurezza. Al momento sono 75 quelle attivate. Ce ne sono in viale Palmanova, una novità, in via Cividale, viale Venezia, ma anche nel parco Vittime delle Foibe e negli istituti scolastici”.

Gli occhi aperti, però, non sono soltanto quelli meccanici.

“Abbiamo aumentato – continua l’assessore – il numero di agenti di Polizia locale grazie a nuove assunzioni, così abbiamo potuto dedicare al Quartiere delle magnolie una pattuglia appiedata, che da mattina a sera controlla il territorio. L’attività più visibile è il sequestro delle bottiglie di alcolici in seguito all’innovativa ordinanza anti-alcol. Inoltre, sono stati stanziati 150mila euro per garantire il servizio delle guardie giurate anche quest’anno. Servizio che ha suscitato critiche dall’opposizione, ma che in realtà è molto apprezzato dai cittadini”.

Cittadini che, però, continuano a lamentarsi per la presenza degli stranieri che ancora bivaccano in molte zone.

“La percezione della sicurezza – spiega Ciani -, mai presa in considerazione in precedenza, è difficile da aumentare. Rispetto ad anni fa, però, in molte zone la situazione è migliorata. Nella parte finale di via Aquileia, per esempio. Certo è che una persona che si aggira senza creare danni, anche se ubriaca, non è perseguibile. Questa è la dimostrazione del fallimento dell’accoglienza diffusa. Il Comune non ha mai potuto agire in modo legislativo, per cambiare il sistema”.

Un’altra nota dolente rimane l’ex caserma Cavarzerani.

“Non si può controllare – spiega l’assessore – neanche l’orario di entrata e di uscita dal centro, che ora ospita soltanto 300 stranieri, numero notevolmente diminuito rispetto al passato grazie ai trasferimenti decisi dal governo Salvini e, quindi, dalle amministrazioni locali. Il problema comunque rimane”.

E’ molta anche la preoccupazione delle mamme che non portano più i bambini nei parchi pubblici, dal Moretti al Baden Powell solo per fare due esempi, perché non si sentono tranquille.

“Proprio per garantire maggiore sicurezza – spiega Ciani –, entro febbraio sarà modificato il regolamento della Polizia, che potrà applicare il Daspo urbano anche nei parchi. Per cui se un soggetto disturba, non potrà più tornare e, se è recidivo, sarà allontanato dalla città”.

Non sono soltanto le mamme a essere preoccupate. I negozianti, dopo i recenti brutti episodi, non lavorano più in totale sicurezza.

“Per permettere questo – conclude Ciani – sono stati stanziati 170mila euro per finanziare i titolari d’imprese, negozi ed esercizi pubblici che vogliono implementare, o adottare nuovi sistemi di videosorveglianza. C’è tempo fino al 26 febbraio per partecipare al bando”.

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