Attualità
13 gennaio 2020
Cosa succede al tiro a segno a Novara?
Il tiro a segno Novara fu fondato nel 1879 per iniziativa del Prof. Francesco Gastaldi, garibaldino, maggiore degli alpini, presidente dell’Associazione dei Reduci. Il primo presidente fu proprio Gastaldi. Nel 1886 fu disputata la prima gara provinciale. Successivamente i presidenti che si sono alternati alla guida della sezione sono stati nove. La sezione ha nella sua storia raggiunto innumerevoli successi sportivi sia a livello Regionale che Nazionale, questo almeno fino al 2016, anno in cui la sezione ha svolto per l’ultima volta gare a livello regionale. Dopo questa data la sezione non ha di fatto più svolto alcun tipo di competizione, inoltre successivamente furono smembrate le squadre sportive di categoria BR 22, i cui risultati fino a quel momento erano stati di tutto rispetto, portando molti tiratori ad alti livelli tra cui Laurenti M. sul gradino più alto del podio. Successivamente alle dimissioni dell’allora presidente e al conseguente insediamento del vice presidente ci fu la defezione di tutti i componenti delle squadre di tiro accademico (circa 40 atleti divisi in otto discipline), a seguito di ciò la sezione e la città di Novara hanno perso, forse per sempre, tiratori di interesse nazionale quali M. Mastrovalerio (ora Tsn Torino) e Lazzaro R. (ora Tsn Galliate), oltre a questi moltissimi altri tra cui L. Firemi (ora Tsn Galliate) prima atleta donna a vincere un titolo Nazionale nella pistola libera, disciplina che fino allo scorso anno era riservata ai soli uomini, e Manuela Franzone, atleta di interesse nazionale più volte campionessa italiana. Tutti questi atleti hanno abbandonato la sezione che li ha fatti crescere e ha loro permesso di affermarsi nel mondo dello sport per andare a rimpolpare le fila di sezioni quali Torino, Galliate, Biella e Vercelli. Come è accaduto che una sezione centenaria abbia avuto una simile debacle? Perché il Poligono per il tiro ad aria compressa costato nel 1996 otre 120 milioni di lire è, di fatto, inattivo dal 2016? Come è stato possibile il crollo di un muro perimetrale che oltre a costituire un pericolo ha costretto ad interrompere parte delle attività del Tiro a Segno? Perché ad oggi non sono state realizzate strutture atte a favorire l’accesso e l’attività dei diversamente abili quando proprio il tiro è una delle attività maggiormente praticate in questo ambito? Basta visitare la struttura per verificare in che stato di conservazione si trovano gli immobili e le aree di tiro e vedere “cantieri” abbandonati ormai da anni in cui fanno mostra di se attrezzature inutilizzate e materiali. Tutto fa pensare ad un insufficiente livello di manutenzione, e speriamo non di sicurezza, e cura delle infrastrutture e di problemi nella gestione sportiva. Inoltre il Tiro a Segno Novara è l’associazione che presumibilmente coinvolge, o almeno ha coinvolto negli anni passati, il maggior numero di interessati tra atleti (ormai sempre meno), soci amatori e tiratori “professionali” quali Polizie Urbana e Provinciale, Guardie giurate ecc. Ciò nonostante si è ridotta a zero la presenza nelle manifestazioni promozionali quali ad esempio la Festa dello sport o iniziative per favorire la diffusione dello sport del tiro (che tante medaglie olimpiche ha portato all’Italia) e ancora più importanti iniziative sociali come la diffusione dell’attività verso i diversamente abili. Il timore che la città di Novara possa perdere la sua associazione più vecchia fondata da persone di tutto rispetto e per anni portati avanti da storici presidenti quale A. Bertone, le vicissitudini che negli ultimi tre anni hanno portato alle dimissioni di 1 presidente e 5 consiglieri e due revisori dei conti, hanno portato alla costituzione di un Comitato per la Salvaguardia del Tsn Novara cui hanno aderito oltre 100 promotori tra tesserati, portatori di interesse ed ex tesserati del Tsn Novara che hanno preferito rivolgersi ad altre sezioni. Ora la speranza è che le Istituzioni locali e la Federazione nazionale possano intervenire per garantire la continuità sportiva il ruolo sociale e la capacità operativa oltre i 150 anni di questa storica istituzione.
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