Palermo, il blitz contro il clan Fontana: così funzionava il recupero crediti di Cosa nostra

Palermo.Repubblica

Cronaca

13 maggio 2019

Palermo, il blitz contro il clan Fontana: così funzionava il recupero crediti di Cosa nostra

Domenico Passarello, guardia giurata, ha incassato 25mila euro per la vendita di un magazzino da parte di un prestanome

di ROMINA MARCECA

Domenico Passarello era un uomo di fiducia del clan Fontana dell’Acquasanta colpito dal blitz del Gico della Finanza che ha svelato l’affare del caffè imposto in città e il riciclaggio di denaro. Nell’operazione è stata arrestata anche Rita Fontana, la figlia trentenne dello storico boss Stefano Fontana, insieme al fratello Giovanni e ad altri tre indagati. Passarello é una guardia giurata, fratello della moglie di Giovanni Fontana, figlio del boss Stefano, e gestiva per loro gli interessi economici della famiglia e delle estorsioni. A parlare di Passarello è anche il pentito Macaluso.

Accusato di riciclaggio ha intascato e poi girato ai Fontana, anche attraverso la figlia Rita, 80 mila euro per la vendita di un magazzino che era stato intestato fittiziamente al prestanome Gaetano Pensavecchia, imprenditore al servizio del clan e anche lui arrestato dalla Finanza. L’immobile è quello di via Simone Gulì 222 dove c’era un bar. Pensavecchia e la moglie, in comunione di beni, lo hanno venduto nel 2017 per 80mila euro. Le indagini hanno svelato che Passarello ha ricevuto da Pensavecchia 25mila euro in sette incontri senza alcun motivo. A ricostruire il perché di quella consegna di denaro sono stati i finanzieri, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i pm Amelia Luise e Dario Scaletta.

Il problema per il clan era “incassarli quei soldi”, scrive il gip Claudia Rosini e cioé, come dicevano preoccupati gli uomini del clan: “Andarli a uscire”. Pensavecchia, mentre le microspie registravano, rassicurava il clan dicendo: “Farò prelievi di duemila euro e simulando una regalia per la figlia”. Passarello e Pensavecchia si incontravano spesso in via Ammiraglio Rizzo e le conversazioni captate giravano sempre intorno ai soldi. “Qua ci sono altri 5mila euro, contateli”, diceva Pensavecchia a Passarello, che ribatteva: “Diciamo che ne mancano 600”.

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Palermo, il blitz contro il clan Fontana: così funzionava il recupero crediti di Cosa nostraultima modifica: 2019-05-14T11:00:28+02:00da sagittario290