Venezia, un vigilante a guardia dell’albero di mimose per difenderlo dai «predatori» dell’8 marzo

Corriere-del-Veneto

Cronaca

6 marzo 2019

LA CURIOSITA’

Venezia, un vigilante a guardia dell’albero di mimose per difenderlo dai «predatori» dell’8 marzo

Festa delle donne: albero a rischio. Presenti altri volontari (con focacce e tè caldo)

di Giacomo Costa

MESTRE Qualcuno un tempo serviva la Patria montando la guardia ad un barile di benzina, oggi in via Cappuccina si preferisce un albero di mimose, almeno in vista dell’8 marzo. Dopo anni di sorveglianza volontaria dei residenti – spesso vanificata da blitz vandalici alle prime luci dell’alba – questa volta per sorvegliare i rami fioriti di giallo scende in campo una guardia giurata, che durante le prossime notti terrà sempre d’occhio la pianta, per evitare che venga devastata per farne mazzetti da vendere ai semafori durante la festa della Donna.

Presidio anti-predatori
L’idea è delle associazioni Mestre Mia e Amico Albero, le stesse che da anni cercano di preservare l’albero e che in passato erano riuscite a scongiurare vandalismi: «Almeno fino all’anno scorso – sospira Andrea Sperandio di Mestre Mia – Dopo qualche annata tranquilla è bastato abbassare un poco l’attenzione e l’8 marzo 2018 ci siamo trovati di fronte a uno scempio: hanno colpito di primissima mattina, lasciando l’albero a pezzi». Questa volta, oltre al presidio degli attivisti a base di bevande calde e focaccia, previsto per domani sera, si è scelto quindi di rivolgersi a dei professionisti: la Costantini Divisione Sicurezza, agenzia di vigilanza privata, ha messo gratuitamente a disposizione un suo vigilantes: «Ogni anno la pianta viene distrutta – ricorda l’amministratore Elio Costantini – Questa volta lo impediremo e forse, sorvegliandola in borghese, riusciremo anche a identificare i responsabili».

Capitolo «venditori abusivi»
L’ipotesi più accreditata è sempre quella dei venditori abusivi di mimose, che strappano i rami per farne mazzetti da vendere agli incroci e nelle piazze cittadine; ecco perché ieri, a sostenere l’iniziativa, c’era anche Syed Kamrul, della Venice Bangla School: «Un albero così bello impiega tempo a crescere, ed è patrimonio di tutti – ha rimarcato – tutti quelli che vivono in questo quartiere devono esserne consapevoli». In realtà quello di via Cappuccina non è l’unico albero di mimose della zona, un altro arbusto, più piccolo e meno rigoglioso, sorge vicino alla stazione e gli attivisti ogni anno si preoccupano anche di allungare la loro ronda. «Sarebbe bello che il sindaco rispondesse a questo problema – propone Sperandio – piantando altri alberi di mimosa in tutta Mestre». Una prospettiva che fa alzare qualche ironico sopracciglio: «A quel punto quante guardie giurate ci serviranno?», scherza un volontario.

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Venezia, un vigilante a guardia dell’albero di mimose per difenderlo dai «predatori» dell’8 marzoultima modifica: 2019-03-07T11:30:03+01:00da sagittario290