Stato di agitazione per i dipendenti dell’istituto “Aquila”: due mensilità non retribuite

Attualità

21 febbraio 2019

Stato di agitazione per i dipendenti dell’istituto “Aquila”: due mensilità non retribuite

La Fisascat Cisl e la UilTucs denunciano la difficile situazione che riguarda i lavoratori della vigilanza privata. Molte le famiglie monoreddito che stanno subendo gravi conseguenze sotto l’aspetto economico e sociale. Organizzazioni sindacali sul piede di guerra

Di Redazione

Ritardi nelle retribuzioni per i dipendenti dell’istituto di vigilanza “Aquila srl” in Molise. L’ennesimo secondo le organizzazioni sindacali che in una nota a firma della Fisascat Cisl e della Uiltucs scrivono: “La situazione per le maestranze risulta essere ancora più pesante in considerazione del fatto che l’istituto di vigilanza è indietro nel pagamento di una mensilità, infatti i lavoratori nel mese di febbraio avrebbero dovuto ricevere la rimunerazione relativa al l mese di dicembre 2018”.

E raccontano: “Venerdì 15 gennaio Aquila srl ha esposto un comunicato in bacheca in cui dichiarava di rimandare il pagamento al 26 di febbraio 2019. Così facendo i lavoratori hanno accumulano due mesi di mancata retribuzione”.

La situazione sarebbe diventata ormai insostenibile. I lavoratori denunciano una situazione di disagio economico, perché molti di loro sono monoreddito “ma nonostante tutto continuano a coprire le proprie postazioni giorno e notte con abnegazione e professionalità e senso del dovere”.

Quello della vigilanza privata e dei servizi fiduciari è un comparto che aspetta il rinnovo del contratto ormai scaduto dal 31 dicembre 2015. A più di due anni dall’avvio della trattativa, il negoziato – spiegano Fisascat e UilTucs – prosegue a rilento a discapito dei lavoratori che da un triennio attendono risposte certe sugli aumenti salariali, welfare, bilateralità e cambio di appalto che sono solo alcuni punti in discussione in sede di
confronto.

Il settore conta oltre 1320 imprese, di cui per il 53% sono piccole imprese micro fino a 9 dipendenti, dislocate prevalentemente nel mezzogiorno e nelle isole con una vita media di 12 anni e un fatturato che supera i 3miliardi e 265 milioni di euro. Il quadro che emerge, ad oggi, è una valutazione negativa sullo stato dei negoziati per il nuovo contratto nazionale scaduto nel 2015, applicato ai circa 70mila addetti, di cui oltre 41mila guardie particolari giurate.

“Un negoziato complesso quello tra le federazioni di categoria Cgil Cisl Uil e le associazioni imprenditoriali di settore Assiv, Legacoop Servizi, Confcooperative Federlavoro Servizi, Agci Servizi; a fronte della condivisione tra le parti sulla necessità di rivedere i capitolati contrattuali. Come parti sociali – si legge nella nota dei due sindacati – esprimiamo forti perplessità sulle proposte imprenditoriali sul secondo livello di contrattazione, sul sistema di classificazione, sul cambio di appalto e sugli aumenti economici, ben lontane da quanto richiesto nella piattaforma sindacale unitaria”.

Da qui la scelta, prima volta nella storia della vigilanza privata, di proclamare due giorni di sciopero consecutivi con “una adesione che ha toccato punte dell’80/90% soprattutto nel trasporto valori”.

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