Morbillo in corsia, a Bari almeno 7 contagiati da figlia di genitori no vax

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Cronaca

11 novembre 2018

L’ALLARME

Morbillo in corsia, a Bari almeno 7 contagiati da figlia di genitori no vax

Il caso al pediatrico. Grillo: non abbassiamo la guardia

di Margherita De Bac

Roma Il termine epidemia fa spavento eppure è così che vengono definiti gli episodi con più casi di morbillo concentrati in una stessa zona. Sono 7 quelli collegabili con sicurezza ad una bambina di 10 anni, figlia di genitori non vaccinisti, ricoverata per due-tre giorni all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari e dimessa prima che fosse stata appurata la diagnosi.

La malattia
In quel lasso di tempo deve aver passato la malattia ad altri piccoli del reparto, a fratello e cuginetto andati a trovarla, a una mamma in visita e a una guardia giurata. Tutte persone non immunizzate, fra loro un bambino di 11 mesi, dunque troppo giovane per aver fatto la profilassi che il calendario della prevenzione prevede tra 13 e 15 mesi. Passava di lì in braccio ai genitori per una banale visita all’orecchio, un’otite. Sembra invece estranea a questo circolo di contagi una signora che pur avendo il morbillo non ha avuto apparentemente collegamento con il cosiddetto «caso indice». Alcuni pazienti hanno complicanze, anche infiammazione al fegato. La neomamma e ministro della Salute Giulia Grillo commenta: «È la conferma che l’Italia ha ancora molto da fare per riuscire a eliminare la patologia. Stiamo preparando un piano per la sua eliminazione e contro la rosolia congenita, non aggiornato dal 2011».

Prevenzione
Il dipartimento di prevenzione della Asl barese ha ricostruito il circuito di adulti e minori che sono rimasti esposti al contagio. È scattato il piano di vaccinazione. Cinzia Germinario, responsabile dell’Osservatorio epidemiologico regionale ridimensiona: «Non c’è nessun allarme epidemia in Puglia. Si è innescata una normale catena tra i non vaccinati». È probabile che il bilancio sarà però più pesante. Il morbillo è una malattia ad alto tasso d’attacco, come si dice in gergo. Significa che si trasmette molto rapidamente, più dell’influenza, attraverso le goccioline infette che si diffondono nell’aria e penetrano nelle vie respiratorie, naso e bocca. Ha dieci giorni di incubazione dal momento del passaggio del virus in un nuovo individuo. Basta un niente per prenderlo. Le conseguenze possono essere gravi, anche letali. Ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia mantenendo alta la copertura vaccinale della popolazione e creando la difesa della comunità intera.

I tempi
A Bari qualcosa non deve aver funzionato. Innanzitutto i tempi. La bambina è entrata in reparto il 20 ottobre, ha ricevuto la diagnosi di mononucleosi ed è stata rimandata a casa con troppa fretta (forse per liberare il posto letto?). La diagnosi definitiva è arrivata il 30 ottobre e solo il 6 novembre è stata notificata al dipartimento di prevenzione. Si doveva fare meglio. Quest’anno sono stati due i focolai di morbillo, in Sicilia e a Trieste, in Italia al 31 agosto erano circa 2.300 i casi, più di quanti fossero attesi. La Puglia è tra le Regioni a bassa incidenza.Il virologo Roberto Burioni non perde occasione per ribadire quanto «siano irresponsabili i genitori che in nome di superstizioni senza senso rifiutano il vaccino esponendo a gravi rischi i figli propri e quelli degli altri».

https://www.corriere.it/cronache/18_novembre_11/morbillo-corsia-1fc6ec88-e5ed-11e8-a424-cbaa2fa93806.shtml

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