Rapinata alla stazione: «Ho temuto mi gettasse sui binari»

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Cronaca

11 agosto 2018

Rapinata alla stazione: «Ho temuto mi gettasse sui binari»

Pontedera, il racconto choc della donna: «Sono stata accerchiata. Quella è zona loro»

di Carlo Baroni

Pontedera, 11 agosto 2018 – «La stazione, ma anche i treni sono in mano a loro». Si sfoga la signora 50enne, vittima di rapina al binario 2 di Pontedera. Ha ancora paura, dopo i minuti di terrore che ha vissuto nella tarda sera di giovedì, tra le 20,35 e le 21 quando è stata aggredita da un nigeriano che le ha strappato con la forza il cellulare dalla mano, fino al romperle di dito mignolo e a riempirla di graffi profondi che soni stati refertati dai sanitari accorsi sul posto.

«Ero arrivata in ritardo al treno per Pisa delle 20,36 – racconta la donna che lavora come oss a Pisa –. Così stavo attendendo quello del 20,49 quando una ragazza straniera mi è venuta incontro dicendomi che c’erano tre persone che stavano urlando e che sembravano fuori di testa. A quel punto io resto seduta a guardare il mio telefonino con cui, mentre aspetto il treno, consulto Facebook o mando messaggi ai miei figli o a mio marito». «Vedo arrivare questi tre soggetti – prosegue il racconto –: sono due uomini e una donna. Hanno grandi birre in mano, sono visibilmente su di giri, urlano. Ma mi sembra che urlino tra di loro». Un attino e scatta l’aggressione: improvvisa, fulminea, carica di rabbia. Uno dei tre, un nigeriano, si avventa sulla donna, l’accusa che lo stava filmano e le trappa l’apparecchio di mano. «Io reagisco – aggiunge –. Voglio riprendermi il cellulare, è un oggetto delicato, lì ci sono dentro pezzi di vita, foto di viaggi e di momenti privati. Io non stavo né filmando né fotografando nessuno. Facevo gli affari miei, come sempre. La stazione, lo so da tempo, è pericolosa. Perfino i treni ormai sono pericolosi».

Una guardia giurata arriva in suo aiuto. Ma intanto sul binario giunge un treno carico di gente dal quale scendono una trentina di extracomunitari: «Iniziano ad urlare, a dire che il mio aggressore aveva ragione, che hanno visto tutti. Così ci siamo trovati accerchiati». La donna fugge salendo su un altro treno che, nel frattempo, era arrivato. Il nigeriano la insegue. Lei scende da un’altra porta. Poi arrivano i carabinieri, la polizia e i successivi rinforzi. La donna è salva. E con lei la guardia giurata che per prima è corsa in aiuto grazie alla ragazza straniera che l’aveva messa in guardia dall’arrivo dei soggetti ubriachi e che aveva iniziato ad urlare chiedendo aiuto.

«All’inizio non sentivo dolore alla mano – conclude la donna –. Sarà stata la concitazione, l’adrenalina, lo scontro con l’uomo al quale sono riuscita a strappar di nuovo il cellulare. Poi dopo il dito si è gonfiato molto e mi è stata certificata la rottura. Così come, solo dopo, mi sono resa conto dei graffi profondi che il nigeriano mi aveva lasciato sulla pelle con le unghie lunghe che portava». Tanto sgomento, smarrimento e paura di tornare alla stazione: «Più che delle botte – precisa – ho avuto paura che mi buttasse sotto un treno, ho visto il convoglio arrivare con la coda dell’occhio. Un attimo di terrore». La signora sa che alla stazione deve tornarci. E’ pendolare con Pisa. E svolge lavoro notturno quando l’area diventa ancora più pericolosa.

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Rapinata alla stazione: «Ho temuto mi gettasse sui binari»ultima modifica: 2018-08-12T10:45:07+02:00da sagittario290