Il cartello dei vigilantes che sbancava gli appalti pubblici: 178 milioni da Lombardia, Emilia, Expo e Trenord

Attualità

15/3/2018 12:01:01 AM

Il cartello dei vigilantes che sbancava gli appalti pubblici: 178 milioni da Lombardia, Emilia, Expo e Trenord

Lorenz Martini

Una rete a strascico che, grazie a un accordo di cartello tra imprese, ha dragato i ricchi appalti pubblici per i servizi di vigilanza. Sarebbero almeno 177,5 i milioni usciti dalle casse di Regione Lombardia, Emilia Romagna, Expo 2015 e Trenord, e finiti nelle tasche delle cinque principali società di vigilanza private italiane: Sicuritalia, Italpol Vigilanza Srl, Istituti di Vigilanza Riuniti S.p.A. (IVRI) e Coopservice.

A queste si aggiunge poi la Allsystem, la società finita nella bufera perché titolare della sorveglianza del Palazzo di Giustizia di Milano, della quale Business Insider Italia ha già scritto. Secondo l’Autorità garante per la concorrenza – che il 21 febbraio ha aperto un procedimento formale – tutte queste aziende per anni invece di competere tra loro per vincere gli appalti, avrebbero creato un’intesa per aggiudicarsi matematicamente le «gare pubbliche di importo rilevante».

Il metodo, per l’Agcm, era abbastanza semplice: le società si presentavano alle gare sempre riunite in un raggruppamento temporaneo di impresa (RTI) – che di volta in volta cambiava la capofila, ma non i giocatori – e vincevano gli affidamenti. Secondo l’Agcm, in almeno sette procedure di affidamento il raggruppamento era «sovrabbondante», cioè non giustificato, visto che tutte le società da sole avrebbero potuto concorrere singolarmente.

La giurisprudenza non vieta la partecipazione a procedure di gara ai raggruppamenti sovrabbondanti, ma, avverte l’Agcm, «comportamenti lesivi della concorrenza possono essere posti in essere attraverso facoltà e diritti riconosciuti dall’ordinamento, di cui le imprese facciano un uso strumentale e anticoncorrenziale». In pratica, il pericolo è che gli attori si dicano: “Perché farsi concorrenza per vincere un bando, quando possiamo fare un cartello e vincerli tutti…?”. E per l’Agcm è proprio ciò che è accaduto: nei casi in esame «le imprese coinvolte nel RTI appaiono strumentali alla spartizione del mercato», così come «la mancata presentazione di offerte da parte di alcune di esse in occasione delle gare vinte dalle altre società».

La prima a segnalare all’Agcm la coincidenza per la quale a vincere erano sempre gli stessi, è stata l’Anac (Autorità Nazionale anticorruzione), che il 14 maggio 2015 scrive all’Autority per tre appalti sulla sicurezza Expo. Segue pochi giorni dopo, l’8 aprile 2015, la segnalazione di Trenord.

Ma denunce arrivano anche dopo: il 2 febbraio 2018 scrivono le associazioni di categoria ANIVP (Associazione Nazionale Istituti di Vigilanza privata e servizi fiduciari di sicurezza) e ASSIV (Associazione Italiana Vigilanza e Servizi fiduciari) e il 7 febbraio 2018 giunge anche una segnalazione anonima.

In tutto sono sette le gare che finiscono sotto la lente del Garante. La più ricca – del valore complessivo di 47,7 milioni – è quella bandita a ottobre 2016 dall’Azienda Regionale Centrale Acquisti (Arca) della Lombardia per la sorveglianza di tutte le sedi di proprietà della Regione, aggiudicata il 9 ottobre 2017.

La gara è suddivisa in 12 lotti, dei quali le società sotto esame riunite nell’immancabile RTI se ne aggiudicano 11: a Sicuritalia vanno 5 lotti, per 43,7 milioni complessivi; a Allsystem 2 lotti, per 1,4 milioni; 1 lotto da 420 mila euro va a Italpol; mentre IVRI se ne aggiudica 3 per 1,8 milioni totali. Nessuno al Pirellone si accorge di nulla e l’affidamento passa senza che alcun organo di vigilanza segnali alcunché.

È invece Trenord ad accendere il faro sulla sua gara del 21 giugno 2014 da oltre 10 milioni di euro. Si tratta di una procedura ristretta per l’affidamento del servizio di vigilanza armata, fornitura kit rendi-resto e raccolta incassi da impianti, biglietterie e da self service, alla quale partecipa un solo RTI, composto da Sicuritalia, IVRI, Italpol, Allsystem, Coopservice e altre imprese. Anche qui il Raggruppamento è giudicato – dalla stessa Trenord – “sovrabbondante”, tanto che è la società di trasporto lombarda ad annullare la gara.

Ma è forse con il caso Expo segnalato dall’Anac di Cantone che si tocca il fondo, visto che uno dei tre lotti del bando viene bloccato perché il vincitore Italpol presenta un’offerta del tutto irregolare.

Nel 2013 Expo S.p.A. indice una procedura selettiva per l’affidamento di servizi di vigilanza e supporto alla gestione dell’evento nel Sito Espositivo. La procedura, da aggiudicarsi attraverso il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, vale oltre 23 milioni. Alla gara presenta un’offerta per i lotti 1 e 2 esclusivamente il RTI guidato da Allsystem. Per il lotto 3 si propone esclusivamente il raggruppamento capeggiato da Italpol. I lotti 1 e 2 vanno all’unico offerente, cioè Allsystem, mentre il lotto 3 non viene aggiudicato perché l’offerta tecnica presentata da Italpol «risultava apparentemente predisposta per i lotti 1 e 2 e presentava descrizioni di servizi non presenti nel lotto 3: ad esempio nell’offerta si dichiarava che il cronoprogramma risulta speculare rispetto ai lotti 1 e 2, per i quali il RTI non aveva presentato alcuna offerta». Quindi la gara del lotto 3 viene annullata e rifatta. Alla seconda chiamata, si presenta il solo raggruppamento guidato da Allsystem – Italpol preferisce non partecipare –, che si aggiudica l’affare.

Visti i precedenti, per l’Agcm ce n’è abbastanza per andare a spulciare anche altri appalti vinti dalle stesse imprese tra il 2013 e il 2017, pur in assenza di segnalazioni. E, siccome a pensar male spesso ci cogli, il Garante scova «altre tre procedure che presentano profili di criticità analoghi a quelli segnalati», tutte gare di evidenza pubblica «aventi importi di aggiudicazione elevati». Nel calderone finiscono così anche le due gare indette dall’Agenzia Regionale per l’acquisto di beni e servizi – Intercent della regione Emilia-Romagna del 2013 e del 2015, per complessivi 65 milioni e la procedura bandita da Infrastrutture Lombarde S.p.A. nel 2013 per un valore di 31,2 milioni.

Per l’Agcm «tali gare sono state aggiudicate a RTI a cui hanno partecipato, con formazioni talvolta differenti, le imprese oggetto del presente procedimento». Non solo, il Garante, sulla scorta di quanto appurato, oltre a denunciare, ha avanzato anche un sospetto: «Non si esclude che nel presente procedimento l’ambito economico interessato dalle condotte delle Parti possa avere un perimetro più ampio ed estendersi anche ad altre di procedure di affidamento aventi ad oggetto i medesimi servizi di vigilanza, eventualmente anche da parte di committenza privata». A Garante e Anac ora il compito di scavare ulteriormente.

https://it.businessinsider.com/il-cartello-dei-vigilantes-che-sbancavano-gli-appalti-pubblici-nel-mirino-dellagcm/

Il cartello dei vigilantes che sbancava gli appalti pubblici: 178 milioni da Lombardia, Emilia, Expo e Trenordultima modifica: 2018-03-16T11:45:41+01:00da sagittario290