Ksm, la polemica: si ricorda lo zio caduto in servizio, ma la nipote è tra i licenziati

PalermoToday

Cronaca

30 novembre 2017 19:03

Ksm, la polemica: si ricorda lo zio caduto in servizio, ma la nipote è tra i licenziati

Se da una parte si commemorano le cinque vittime dell’istituto di vigilanza, a Palazzo delle Aquile i cinquestelle incontrano le guardie giurate rimaste senza lavoro. Tra queste c’è Simona Mannino, lo zio morì durante una rapina

Riccardo Campolo

Sulla targa di marmo apposta oggi nella centrale operativa della Ksm, l’istituto di vigilanza fondato dall’avvocato Rosario Basile, ci sono i nomi delle cinque guardie giurate cadute mentre prestavano servizio. Tra questi anche quello di Francesco Mannino, ucciso nel 2001 con due colpi di pistola davanti alla Banca Mercantile di via Barone della Scala a Villagrazia. E se da una parte i vertici hanno deciso di commemorare i loro eroi, dall’altra stanno procedendo con il licenziamento centinaia di guardie giurate tra le quali risulta anche la nipote di Mannino. “Non è la giornata giusta per le polemiche – specifica però Fausto Mellilli, ex militare in pensione e oggi presidente generale della Ksm – ma in una fase di restyling come quella che stiamo vivendo a livello aziendale, avevamo il dovere di ricordare i nostri uomini e quindi di onorare la memoria”.

Alle 10.30 di oggi, nella sala d’ingresso della centrale operativa di via Giuseppe la Villa, il presidente e l’avvocato Basile, circondati dai familiari dei caduti e dall’assessore comunale Iolanda Riolo, hanno svelato la targa fino a quel momento coperta da una bandiera tricolore. “Una collocazione più adeguata – ha detto Melillo – non potevamo immaginarla. I dipendenti e non solo loro, quando entreranno o usciranno, sapranno che questa è la nostra storia. La sicurezza non è un optional e lo sapevano bene anche i nostri cinque eroi, che sono caduti per noi”. Poi spazio all’assessore Riolo: “Sono onorata di essere in questo che è un luogo di lavoro. Come sapete la nostra vita è intrisa di lavoro. E averlo talvolta è una fortuna in una terra come la nostra”.

Fuori dalla centrale operativa i familiari, tra cui anche una delle figlie di Francesco Mannino, Denise: “Oggi è per noi una giornata di felicità ma con un velo di tristezza. Passa il tempo ma resta vivo in tutti noi il ricordo di mio padre. Sono fatti terribili che i familiari porteranno per sempre con loro. Sono molto fiera di lui, ai miei occhi è e sarà sempre un eroe”. Nessun commento, invece, sulla ormai nota vertenza Ksm che ha lasciato la cugina e rischia di lasciare centinaia di colleghi senza lavoro. Mentre si allontanano dalla sede della Ksm i partecipanti, fra i quali non c’erano né il Questore né il Prefetto nonostante l’invito, il consigliere comunale Igor Gelarda e il deputato regionale Giampiero Trizzino dei cinquestelle hanno ricevuto a Palazzo delle Aquile una trentina di guardie giurate licenziate per discutere la loro situazione e portare la vertenza, oltre che all’Ars, nelle commissioni Lavoro e Antimafia.

Trizzino e Gelarda, dopo aver ascoltato le ormai ex guardie giurate, hanno annunciato che denunceranno al Prefetto “le gravi mancanze di carattere economico (omesso versamento dei contributi dovuto a titolo di Tfr, omesso pagamento del quinto dello stipendio ai creditori lavoratori, omesso pagamento delle somme dovute a titolo di mantenimento dell’altro coniuge, nel caso di dipendenti separati o divorziati)”. A questi problemi si aggiungono “la sussistenza di procedure di mobilità che, al contempo, lascia spazio ad assunzioni a tempo determinato. Lo stesso dicasi per i cosiddetti ‘cambi di appalto’, utilizzati spesso – si legge in una nota – come espediente per far transitare i lavoratori all’interno di società sempre meno stabili, con conseguente perdita per gli stessi lavoratori di una serie di diritti imprescindibili, come quello alla regolare retribuzione e le tutele di cui all’articolo 18”.

Tutte accuse sulle quali i vertici di Ksm hanno fornito la loro versione: “Ciò che sta accadendo – spiega Rosario Basile – è dovuto alla concorrenza sleale che molte società hanno messo in atto, accettando appalti al di sotto delle soglie imposte dalla legge. A ciò si aggiunge la crisi del settore, soprattutto per la vigilanza fissa. E proprio per questo, per salvare posti di lavoro, vogliamo investire e formare i nostri dipendenti, spingendo sulla vigilanza virtuale e modificando gli assetti per valorizzare le tecnologie”. Il presidente Melillo aggiunge alcune considerazioni sui cosiddetti cambi d’appalto: “Vogliamo recuperare il recuperabile e riattivare a pieno la macchina. Per fare ciò dovremo avviare la trattativa con i sindacati per quanto riguarda l’aspetto retributivo. Non faremo nuove assunzioni ma vogliamo reintegrare quelli in uscita”.

Proprio dei cambi d’appalto si è parlato oggi pomeriggio nel corso di una riunione tra la direzione di Ksm e i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Durante l’incontro il patron Basile avrebbe comunicato (il condizionale è d’obbligo in mancanza del verbale che sembrerebbe non essere stato redatto) di ritirare gli ultimi licenziamenti, ma secondo alcuni lavoratori si tratterebbe di una mossa studiata a tavolino e in un momento storico della vertenza in cui i lavoratori rimasti a spasso sarebbero più ricattabili a livello contrattuale. “Perché non ci è stato proposto mesi fa?”, chiedono alcuni di loro.

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Ksm, la polemica: si ricorda lo zio caduto in servizio, ma la nipote è tra i licenziatiultima modifica: 2017-12-01T11:30:25+01:00da sagittario290