Viaggio al Cardarelli dopo l’arresto del manager Ciro Verdoliva

Cronaca

Mercoledì 8 Novembre 2017, 16:11

Viaggio al Cardarelli dopo l’arresto del manager Ciro Verdoliva

«Sì, stamattina era qui al lavoro, ma non posso dirle altro». Questa la laconica frase che trapela dalla Direzione generale dell’ospedale Cardarelli dove si respira un’atmosfera pesante dopo la notizia dell’arresto di Ciro Verdoliva, il general manager a capo della più grande azienda ospedaliera del Mezzogiorno. Per i viali e i padiglioni del grande nosocomio sembra una giornata come le altre, con le ambulanze che vanno e vengono e parenti che fumano nervosamente all’esterno del pronto soccorso. Ma tra i capannelli dei medici e gli infermieri che aspettano il caffé davanti al bancone del bar si parla solo di questo.

«Non so, sono qui da poco», risponde uno dei medici che sta chiacchierando con i colleghi. Il medico si allontana e il capannello si scioglie in un attimo. Ma, con il passare dei minuti qualcuno parla, anche se nessuno vuole rivelare nome e cognome: «È il miglior dirigente che abbiamo avuto finora», commenta un medico che cammina di fretta. Opinione diversissima da un altro medico che parla dopo qualche insistenza: «Con la sua gestione non è cambiato niente – dice – le stanze dei bottoni, dice rivolgendosi verso il grande edificio che ospita la direzione generale – restano lontane». Nell’edificio degli uffici amministrativi regna il silenzio. Il grande corridoio che porta alla Direzione generale è chiuso e con i dirigenti negli uffici si può parlare solo attraverso il cordless della guardia giurata all’esterno: «Non commentiamo nulla – dice una voce femminile – e il direttore sanitario è in una importante riunione. So solo che Verdoliva era qui regolarmente al lavoro».

Il direttore generale era al suo posto stamattina prima dell’arresto e aveva anche verificato le difficoltà, cicliche, del pronto soccorso del Cardarelli, dove affluiscono le emergenze praticamente da tutta la provincia di Napoli: «In queste settimane – affermava in un comunicato stampa – c’è stato un afflusso straordinario al nostro pronto soccorso e l’esperienza ci dice che continueranno ad aumentare con la prima influenza. Per questo ho attivato stamattina l’unità di crisi». Una ‘situation room’ che Verdoliva attivava periodicamente verificando letto per letto la disponibilità nella rete ospedaliera per disporre i trasferimenti e ‘disingolfarè il Cardarelli. Tra gli infermieri non manca chi difende la sua gestione: «Ci ha sempre dimostrato – racconta un infermiere prossimo alla pensione – che gli interessa l’azienda ospedaliera, ogni mattina viene nei reparti, chiede ai medici se ci sono problemi da risolvere. È sempre stato molto presente e veniva anche di domenica, cosa mai successa con altri direttori». E due tecnici di laboratorio sorridono nel commentare: «Quando si hanno certi ruoli – dice una delle due – è facile poi incorrere in avvisi di garanzia, la burocrazie rende tutto difficile e a volte per accelerare si fa qualcosa che può essere visto come un favoritismo. Comunque è presto per dare giudizi». «Sono basito e sorpreso per come l’ho conosciuto Verdoliva è persona eccezionale», dice un endocrinologo che si dirige poi spedito verso la medicina d’urgenza. Accelera davanti all’edificio della direzione. Lì vicino una guarda giurata vede il cronista e fa per allontanarsi: «Non posso parlare – dice a bassa voce – ci sono le telecamere». 

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