Guardie incatenate, gara di solidarietà

iltirreno

Cronaca

08 settembre 2017

Guardie incatenate, gara di solidarietà

Gli abitanti di via Monte Cengio portano conforto e sostegno agli agenti Securpol. Anteas consegna pacchi di viveri

di Elisabetta Giorgi

GROSSETO. Hanno passato la notte in tenda e consumato i loro pasti davanti all’azienda che non li paga da mesi per reclamare uno stipendio che non arriva da mesi. Andranno avanti a oltranza i due dipendenti di Securpol group che mercoledì mattina si sono incatenati davanti alla sede dell’istituto di vigilanza privata in via Monte Cengio, a Grosseto.

A confortarli è stata in queste ore la solidarietà degli abitanti della strada, i vicini scesi per strada a dare una parola di conforto, far due chiacchiere e portare cibarie e bevande; e alla quale nel pomeriggio si è aggiunta un’altra bella sorpresa: l’arrivo di un furgoncino carico di viveri da parte dell’associazione Anteas. Una piccola gara di solidarietà che ha confortato, in qualche modo, Vincenzo Picone, 50 anni, e Radames Poccetti, 47 anni. Le due guardie Securpol incatenate.

Senza soldi. Un caso nazionale, quello di Securpol che i mesi scorsi ha visto i vertici aziendali arrestati. Il tribunale di Civitavecchia ha bloccato i conti alla società che ha sede a Roma. In tutt’Italia sono 1. 500 i lavoratori in difficoltà. A Grosseto la sede locale conta 50 dipendenti che sono ormai senza busta paga praticamente da maggio, quando è stato erogato solo un acconto. A giugno e luglio nulla. È praticamente una certezza che, ora a settembre, il mese di agosto non sarà pagato. Nessun euro è arrivato per retribuire la quattordicesima e i rimborsi del 730.

L’ultima beffa. L’ultima beffa è arrivata proprio ieri, quando è arrivata «la busta paga ma senza soldi», come dicono i lavoratori. Tra le guardie regnano sovrana l’amarezza, la sofferenza di non riuscire ad arrivare a fine mese, le difficoltà materiali per il mutuo da pagare, lo scontento per la mancanza di informazioni, il non riuscire a capire quando la situazione si sbloccherà. Radames e Vincenzo si sono incatenati nei loro giorni di ferie per non intaccare il servizio. I loro colleghi stanno continuando a lavorare gratis. Le guardie lavorano, i clienti pagano, ma gli stipendi continuano a non arrivare. Una situazione assurda. I soldi per sbrigare le quotidianità, prendere la macchina, pagare la benzina, sono possibili solo grazie a un fondo cassa contenente quel po’ di liquidità che i dipendenti Securpol di Grosseto sono riusciti a mantenere. Ciò permette loro di continuare a svolgere il loro servizio di sicurezza e non perdere i clienti. «Se perdiamo quelli è finita», dicono rivolgendo ancora un appello. «Noi continuiamo a mantenere, nonostante tutto, gli standard di qualità e quantità che abbiamo sempre assicurato. Per questo invitiamo i clienti a non abbandonarci».

Solidarietà. I dipendenti gradirebbero anche un cenno dal Comune, che fino a ieri non era arrivato. Due pomeriggi fa hanno contattato il vicesindaco Luca Agresti per sollecitare «un sostegno, una manifestazione di vicinanza». Oggi il sindaco sarà da loro.

I vicini. Vicinanza spontanea è arrivata dagli abitanti di via Monte Cengio che si sono mobilitati in via autonoma e – non appena hanno visto le guardie incatenate – sono scesi a portare conforto, cibi e bevande.

Anteas. Una bella sorpresa è arrivata verso le 18 quando sono arrivati pacchi di cibarie e generi di prima necessità.

Li ha portati Anteas, associazione di volontariato e di promozione sociale goiunta col furgoncino: il materiale è stato scaricato dai volontari e responsabili di Anteas e preso subito in carico dalle guardie incatenate e dalla responsabile Securpol Serenella Mannucci.

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