Cronaca
29 luglio 2017
Ricovero per i senzatetto a Pordenone, prefetto mette a confronto Comune e Cri
Convocato per martedì un incontro per ripianare la contrapposizione sul ricovero. La rappresentante del governo ha ricevuto sindaco e assessore Loperfido
di Laura Venerus
PORDENONE. Comune e Croce rossa a confronto per trovare una soluzione nella contrapposizione che si è venuta a creare per la realizzazione di un dormitorio-refettorio, da parte della Cri, in via Rotate. A fare da mediatrice sarà il prefetto Maria Rosaria Laganà. Le parti sono state convocate per martedì, alle 15, in Prefettura. È quanto emerso ieri nel vertice tra prefetto, sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, assessore alla sicurezza Emanuele Loperfido e comandante della polizia municipale Stefano Rossi.
«Ho ribadito al prefetto la mia totale contrarietà ad aprire il dormitorio Cri a Pordenone che calamiterà altri arrivi – ha affermato Ciriani, all’uscita dall’incontro –. Non ho il potere di bloccare la Croce rossa, ma chiederemo che faccia un passo indietro. Lo aprano altrove secondo i principi dell’accoglienza diffusa, definita dal governo, non da me.
Magari in quei Comuni che professano l’accoglienza e poi chiudono le porte in faccia ai profughi. Se lo vogliono aprire nel capoluogo significa che si tratta di un gioco politico, non per aiutare i richiedenti asilo, ma per mettere in difficoltà Pordenone e l’amministrazione comunale. I rapporti tra Comune e Croce rossa, a quel punto, si irrigidirebbero».
Da parte sua, la Croce rossa ha sempre ribadito l’importanza di realizzare una struttura del genere proprio in città perché è il luogo in cui sono presenti gli enti cui i migranti fanno riferimento, dalla Questura all’hub, e collocarli altrove non risolverebbe il problema della loro presenza in città. Il presidente Cri comunque afferma che «la disponibilità è sempre stata data.
È importante ricordare però – ha proseguito Giovanni Antonaglia – che c’è la necessità di fare qualcosa, non si può andare avanti in questo modo. Questo sarà un servizio per la comunità: bisogna trovare una soluzione per queste persone che girano per Pordenone senza un luogo dove stare, senza una meta».
L’incontro in Prefettura è servito anche per fare il punto della situazione sul piano di sicurezza del Comune. «Vogliamo sia ben chiaro ai nostri concittadini che il Comune sta facendo tutti gli sforzi possibili per tutelare la propria città, mettendo soldi, pattuglie, controlli e uomini della polizia municipale – affermano Ciriani e Loperfido –. Ma è chiaro che agiamo nei limiti delle nostre competenze. Sicurezza e ordine pubblico rimangono prerogative delle forze dell’ordine cui chiediamo un ulteriore sforzo, uno sforzo corale da parte di tutti».
L’amministrazione sta sbloccando 48 mila euro aggiuntivi per aumentare gli orari di servizio e i pattugliamenti in auto e a piedi della municipale, sia durante la settimana sia nei weekend. Inoltre, su impulso di Loperfido, è stato aperto il bando per arruolare due agenti in più che dovrebbero entrare in servizio a settembre. Non soltanto. «Ricorreremo maggiormente anche alla vigilanza privata per aumentare gli “occhi” sulla città», ha aggiunto Ciriani. «Pordenone non è una città abituata a vedere gente che si picchia per strada, persone che si rincorrono sui tavolini di bar e ristoranti in piazza o spacciatori nei giardinetti: tutto ciò non fa parte delle consuetudini della città – ha affermato Ciriani –. Se vedete risse, situazioni sospette e casi simili chiamate sempre il 112, il numero unico per qualsiasi emergenza».