«Cisanello è un grande colabrodo. Servono controlli nei padiglioni»

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Cronaca

12 luglio 2017

«Cisanello è un grande colabrodo. Servono controlli nei padiglioni»

L’appello dei sindacati dopo il maxi furto di endoscopi all’edificio 30 C

di VALENTINA CONTE

Pisa, 12 luglio 2017 – Maxi furto di endoscopi a Cisanello: la banda che ha agito è esperta e senza paura e si ritiene che faccia parte della stessa rete che, negli ultimi mesi, ha commesso furti simili negli ospedali di altre città italiane. Una banda ben organizzata, che probabilmente agisce su commissione; profonda conoscitrice dei movimenti all’interno dei vari presidi sanitari, ma anche probabilmente guidata da un basista e agevolata dalla sorveglianza che scarseggia. Telecamere all’interno del padiglione 30 dell’ospedale di Cisanello non ce ne sono e quelle posizionate all’esterno dell’immensa struttura non sono in grado di fornire alcuna risposta agli uomini della squadra mobile pisana che stanno portando avanti le indagini e che si stanno muovendo seguendo altri dettagli. Privacy e sicurezza spesso non vanno di pari passo, soprattutto negli ospedali, ma anche il budget a disposizione dell’azienda sanitaria ha un ruolo non di poco conto nell’organizzazione dei controlli.

Certo è che il furto avvenuto domenica a Cisanello, oltre ad avere causato un ingente danno economico all’azienda (più di 700mila euro, ma gli apparecchi sono coperti da assicurazione) e ad avere fatto ‘saltare’ tutti gli interventi programmati, ha riportato prepotentemente alla ribalta il tema della sicurezza in una struttura che è, oggettivamente, immensa. Una piccola città aperta da cui passano, ogni giorno, migliaia di persone.

Nemmeno i rappresentanti dei lavoratori da noi interpellati hanno la ricetta giusta sulle misure di prevenzione da adottare per evitare il ripetersi di intrusioni delittuose a Cisanello, perché loro stessi riconoscono che il continuo via vai di pazienti e di amici e familiari dei degenti impone di tenere le porte aperte. Il che non toglie che è da tempo che richiamano le attenzioni sulla necessità di maggiori controlli. Spiega Daniele Carbocci: «Tantissimi sono i padiglioni e innumerevoli sono gli ingressi: è evidente che non è possibile presidiarli tutti, ma ci sono alcune aree di Cisanello che necessitano di maggiori e, soprattutto, costanti controlli. Fra questi c’è il padiglione 30 perché là ci sono i sotterranei che ospitano, ad esempio, gli spogliatoi. Più volte ignoti si sono introdotti in quell’area ed hanno forzato gli armadietti dei dipendenti arraffando quanto hanno trovato. Ecco, questo noi lo abbiamo denunciato più volte e questo non è ammissibile. Ci sono stati anche casi di aggressione. Come abbiamo chiesto più volte una sorta di sorveglianza per i dipendenti che, la notte, devono raggiungere il parcheggione delle Bocchette».

Questo non significa, precisa Carbocci, che i dipendenti lavorano nella paura: «Di giorno i reparti sono tutti tranquilli e frequentati. E’ la notte che alcuni padiglioni – ovviamente non i reparti – sono poco ‘vissuti’, per non dire abbandonati. Ed è qui che è più facile intrufolarsi. Soluzioni? L’azienda spende già quasi un milione di euro per la sorveglianza. Le guardie giurate all’esterno si vedono; all’interno un po’ meno, ma non so i dettagli dell’appalto. Certo è che più che di servizi di portierato ci sarebbe bisogno di controlli costanti e di migliorare il sistema di allarme».

http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/furto-cisanello-colabrodo-sindacati-1.3263841

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