Roma, i vigilantes: “Atac non ci paga più, pronti a bloccare tutte le metro”

Cronaca

13 gennaio 2017

Roma, i vigilantes: “Atac non ci paga più, pronti a bloccare tutte le metro”

Otto aziende e quattrocento dipendenti contro lo stop dei pagamenti. L’appalto copre il servizio antincendio, l’apertura e chiusura delle stazioni

di MASSIMO LUGLI

Metropolitane a rischio per la vigilanza non pagata. Un buco di venti milioni di euro, accumulato dal marzo del 2016, che potrebbe provocare la chiusura a tempo indeterminato di molte delle circa 80 stazioni cittadine delle tre (disastratissime) linee A, B e C. Inutili, almeno finora, i tentativi di risolvere questa situazione grottesca. La risposta della municipalizzata è lapidaria: il Comune non paga, i soldi non ci sono.

Che succede? La sorveglianza interna ed esterna delle metropolitane è affidata a un piccolo esercito di 400 guardie particolari giurate che fanno capo a un’associazione temporanea di imprese. Riunisce gli otto istituti di vigilanza più quotati della capitale (Italpol, Security Service, Istituto Vigilanza dell’Urbe, CoopService, Mib, Securitalia, Issv e Gia.Ma). I vigilantes, in questo periodo di tensione internazionale, non si limitano ai controlli sui passeggeri ma svolgono anche altre mansioni: antincendio e apertura e chiusura di molte stazioni. Senza di loro, insomma, si ferma tutto.

«Fino all’anno passato gli agenti dell’Ati in servizio all’Atac erano 500 — spiega Giulio Gravina, responsabile dell’Associazione — ma, con un piano di risparmio doloroso, ne abbiamo tagliati cento. I pagamenti sono sempre andati a rilento ma, almeno, arrivavano: l’ultima tranche per i servizi dell’anno passato, fino al mese di marzo, è stata versata qualche giorno fa. Adesso siamo al blocco totale. L’amministratore unico, Manuel Fantasia, ha delegato la cosa ai dirigenti dell’azienda. Ma anche il piano di rientro è rimasto lettera morta. Se alcune aziende private la tirano in lungo coi pagamenti possiamo incassare i soldi in banca presentando le fatture ma con l’Atac non funziona. Le banche non si fidano del Comune di Roma e delle municipalizzate».

Il contenzioso con Atac rischia di causare un effetto domino. Gli istituti di vigilanza danno lavoro a 10 mila persone soltanto a Roma ma le voci delle gravissime condizioni in cui si stanno trovando per il blocco di Atac scatenano paure e sospetti. E potrebbero addirittura spingere molte ditte a chiudere i contratti nel timore di un crac finanziario. «Noi gli stipendi dobbiamo pagarli per forza — incalza Giulio Gravina — e abbiamo investito moltissimo in tecnologia, con un sistema di telecamere della Vodafone che permette di vedere la posizione delle guardie anche sottoterra. Se qualcosa non si sblocca, rischiamo la chiusura o quantomeno una serie di scioperi del personale, visto che tra un po’ non riceverà la busta paga».

Pochi giorni fa, in un ultimo tentativo di trovare un appiglio, l’Ati ha scritto alla sindaca Raggi, agli assessori ai Trasporti e alle Partecipate, a Marcello De Vito, presidente del Consiglio capitolino e a tutte le istituzioni cittadine, dal prefetto al questore: silenzio tombale. Nella lettera si ventilava una denuncia in procura che potrebbe scattare a giorni. Nel frattempo, le casse degli istituti sono sempre più vuote e l’ora del blocco sembra vicina. In una capitale ormai allo sbando, ci mancava solo questo.

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Roma, i vigilantes: “Atac non ci paga più, pronti a bloccare tutte le metro”ultima modifica: 2017-01-14T11:30:14+01:00da sagittario290