Attentato a Bacci, nove i colpi esplosi

iltirreno

Cronaca

26 gennaio 2017

Attentato a Bacci, nove i colpi esplosi

Gli investigatori hanno trovato altri due fori d’entrata. Aumentata la vigilanza anche all’abitazione dell’imprenditore

LUCCA. Nove i colpi esplosi contro la Mercedes e l’azienda di pelletteria di qualità di Andrea Bacci, l’imprenditore molto amico della famiglia dell’ex premier Matteo Renzi. Ai sette iniziali – due sparati lunedì mattina poco dopo le 10,30 contro il lunotto termico della berlina parcheggiata accanto all’Ab Florence a Scandicci e cinque nella notte di martedì in un orario compreso tra l’una e trenta e le quattro contro l’insegna e i pannelli a vetri della fabbrica ultramoderna che sorge in via delle Nazioni Unite – se ne sono aggiunti altri due in considerazione delle ogive rinvenute dai carabinieri della scientifica intervenuti per i rilievi dopo io due gravi atti intimidatori verificatosi a meno di 24 ore di distanza l’uno dall’altro.

Armi usate. Non essendo stati trovati bossoli all’interno dell’edificio o nel piazzale dell’azienda di Bacci si presume che a sparare, almeno lunedì alle 10,30, sia stato un revolver che trattiene il bossolo all’interno del tamburo. Un calibro piccolo visto che il lunotto termico della Mercedes S350nera con vetri antisfondamento non è andato in frantumi, ma si è scheggiato. E ci sembra poco credibile che, vista l’ora e la zona densamente trafficata, i malviventi si fossero fermati anche a raccogliere i bossoli con il rischio, concreto, che qualcuno potesse vederli. Per quanto riguarda l’atto intimidatorio verificatosi nella notte, proprio durante il periodo d’assenza degli agenti della polizia privata, è molto probabile che siano stati esplosi da una certa distanza sette colpi di fucile di grosso calibro finiti contro le vetrate e l’insegna dell’Ab Florence. A sparare comunque non sono stati dilettanti, ma gente che ha dimestichezza con le armi. Da lì ad affermare che l’azione intimidatoria possa essere frutto della criminalità organizzata ci pare francamente prematuro. Gli inquirenti, che hanno sentito sia Bacci che l’amministratore delegato Coam, Fabio Bettucci, hanno cercato di chiarire se vi possano essere stati rapporti di lavoro conflittuali con aziende del Sud Italia o anche fornitori che nutrano forte risentimento nei confronti dell’imprenditore fiorentino. Qualcosa sarebbe emerso, ma non sembrerebbe essere così grave da giustificare il gravo atto intimidatorio.

La protezione. Come già riportato nell’edizione di ieri la prefettura, di concerto con la procura, ha predisposto una maggiore attenzione e vigilanza da parte delle forze dell’ordine per l’abitazione, l’azienda e i luoghi abitualmente frequentati da Andrea Bacci. I luoghi frequentati dall’imprenditore, al quale fa capo la ditta di pelletteria Ab Florence di Scandicci, sarebbero stati inseriti nella lista degli obiettivi sensibili, da tenere sotto stretta sorveglianza durante i servizi di pattugliamento del territorio da parte delle polizia privata Romeapol e dai carabinieri che dovranno effettuare passaggi stabiliti in determinati orari sia di giorno che di notte in attesa che il possibile autore o il mandante della minaccia aggravata possa essere individuato e assicurato alla giustizia. La procura di Firenze ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di minaccia e porto abusivo di armi da sparo.

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