Si cercano tracce nelle 5 auto sequestrate

iltirreno

Cronaca

03 ottobre 2016

Si cercano tracce nelle 5 auto sequestrate

Assalto al portavalori, trovate maschere antigas. Nuovo sopralluogo degli agenti della Mobile sull’A12

di Lara Loreti

LIVORNO. Maschere antigas da utilizzare per nascondersi il volto, un piede di porco, la scala usata per salire sul tetto del furgone blindato Mondialpol, un mazzo di chiavi, vari appunti scritti a mano e una serie di documenti. Tutto sequestrato dalla squadra mobile della polizia a bordo delle quattro auto utilizzate dai banditi nell’assalto al portavalori, avvenuto venerdì sera alle 22 sull’autostrada A12.

Tutto questo materiale potrebbe essere stato messo lì dagli uomini del commando o comunque maneggiato dai malviventi. Se così fosse, questo permetterebbe agli investigatori di avere delle impronte dei rapinatori. È a questo scopo che le vetture sono state passate al setaccio e tutti i reperti, compresi chiodi e bossoli trovati sull’asfalto, sono stati catalogati dalla polizia scientifica e inviati al gabinetto centrale di Firenze per le analisi.

E c’è attesa anche per i risultati degli esami balistici: in base alle prime indiscrezioni, i malviventi potrebbero aver usato fucili militari d’assalto Ak 47, armi sovietiche a fuoco selettivo, note come kalashnikov. I colpi esplosi contro il blindato – un centinaio in tutto – sono concentrati sulla parte antertiore del mezzo e sulle portiere laterali, il che fa pensare che i banditi volessero mettere fuori causa le tre guardie giurate all’interno: i vigilantes hanno risposto al fuoco ma per fortuna non sono usciti dal furgone e questo ha permesso loro di salvarsi.

Le auto usate dai ladri nell’agguato sono state quindi sequestrate e portate in questura per le analisi: si tratta di due Bmw nere, rubate 4-5 mesi fa, una Jaguar portata via una settimana fa, e una Ford Kuga bianca, una specie di Suv da cui sono partiti i colpi, che invece è sparito due settimane fa. Tutti e quattro i veicoli sono stati rubati fuori dalla Toscana, in diverse zone di Italia. Secondo gli investigatori, guidati dal dirigente Giuseppe Testaì, il commando – formato da almeno una dozzina di persone, ma forse anche di più – sarebbe stato formato da italiani. I testimoni hanno parlato di accento siciliano, ma non è da escludere che nel gruppo ci fossero anche degli stranieri.

Intanto ieri pomeriggio gli agenti della squadra mobile hanno fatto un nuovo sopralluogo sul posto, a caccia di ulteriori indizi. L’attenzione degli investigatori agli ordini di Testaì si sta concentrando sulle vie di fuga dei malviventi. Questi, per rendere più difficile il lavoro della polizia, si sono dispersi scappando in due direzioni diverse: una parte del commando è fuggita verso nord, lasciando l’autostrada a Castell’Anselmo, l’altra parte in direzione sud, sparendo tra Fauglia e Rosignano. Gli investigatori ieri hanno setacciato proprio quel tratto di A12, che venerdì sera è stato bloccato, e poi hanno ispezionato anche le campagne limitrofe, per capire se ci siano tracce del passaggio dei ladri o testimoni che nella notte tra venerdì e sabato potrebbero aver visto strani movimenti come auto appostate nelle campagne, pronte alla fuga. C’è da capire se i malviventi abbiano compiuto qualche errore, una falla che permetta agli investigatori di insinuarsi nel commando e smascherarlo per risalire ai volti che si nascondono dietro ai banditi che l’altra sera hanno terrorizzato decine di persone. E sono state riascoltate anche le sei guardie giurate che si sono ritrovate al centro dell’assalto: tre viaggivano sul blindato, contenente 6 milioni, che è stato trivellato di colpi, e gli altri su un altro furgone, che però è stato bloccato prima di entrare nella galleria di Rimazzano, dove c’è stato il clou dell’attacco. Grazie al coraggio delle guardie, che hanno attivato il sistema di ciurezza spumablock, il bottino è rimasto intatto.

Intanto, tutto il fascicolo dell’indagine è stato trasmesso alla procura di Livorno che sta coordinando l’inchiesta.

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