Quasi centomila euro spariti dal blindato

TribunaTreviso

Cronaca

21 ottobre 2016

Quasi centomila euro spariti dal blindato

Mistero sul bottino, i banditi avrebbero preso due sacchi di banconote prima che la schiuma li bloccasse. Investigatori a caccia di un basista

di Marco Filippi

TREVISO. Come faceva il commando di rapinatori a conoscere il percorso dei furgoni portavalori? È solo una coincidenza il fatto che l’assalto sia avvenuto proprio durante un viaggio di trasferimento, da un caveau ad un altro, di un’ingente somma di contanti? Un piano del genere, con un dispiegamento di uomini e mezzi da guerriglia paramilitare, poteva essere curato nei minimi dettagli senza avere la certezza di conoscere il percorso dei blindati? Con il passare delle ore, la dinamica dell’assalto dell’A27 si sta sempre più chiarendo. E l’ipotesi della “talpa” viene presa seriamente in considerazione.

Nel frattempo, i responsabili della Civis hanno concluso la conta e dai primi riscontri pare che siano riusciti ad arraffare un paio di sacchi di soldi contenenti una cifra che sfiora i 100.000 euro. Poco, rispetto ai 4 milioni e 200.000 euro in contanti contenuti nel blindato portavalori. «Evidentemente – spiega un investigatore – sono riusciti ad arraffare un paio di sacchi prima che il sistema di sicurezza dello “schiuma Block” entrasse in azione e si solidificasse impedendo di prendere il resto del bottino».

Nel frattempo, dunque, tutto lascia pensare che il commando dei rapinatori che ha agito, martedì pomeriggio in A27, oltre ad aver studiato nei dettagli l’azione, abbia potuto contare sull’aiuto di qualcuno che ha segnalato le procedure, i percorsi e i punti deboli. I banditi, dunque, erano a conoscenza di particolari ben precisi. Su tutti il fatto che i furgoni sarebbero passati per l’A27, martedì pomeriggio, ad una precisa ora, altrimenti non avrebbero pianificato la fuga con un furgone rubato lasciato all’esterno dell’A27, a poche centinaia di metri dal punto dove era stato assaltato il portavalori con quattro milioni e duecentomila euro.

Quella della talpa è un’ipotesi investigativa presa in considerazione dagli investigatori anche se c’è un particolare, nell’azione del commando, che di fatto contrasta con la pista dell’informatore. Se il piano d’assalto s’è rivelato efficace e praticamente perfetto, l’imprevisto dello “Spuma block” fa presumere che il commando non fosse a conoscenza dei sistemi di sicurezza interni del portavalori che di fatto hanno fatto fallire il colpo. Centomila euro per un’azione in così grande stile sono briciole rispetto al tempo e al denaro spesi da un commando di almeno dieci uomini per mettere a segno il colpo.

L’assalto di martedì pomeriggio ha molte analogie con un altro attacco armato ad un portavalori avvenuto a fine settembre a Collesalvetti, un centro della provincia di Livorno. Le analogie sono così evidenti da indurre gli investigatori della squadra mobile di Treviso a prendere in considerazione l’ipotesi che si tratti dello stesso gruppo armato. Anche nel caso di Collesalvetti l’assalto è avvenuto su un tratto autostradale, l’A12, usando tecniche paramilitari. Come in A27, prima i banditi hanno bloccato le macchine di alcuni automobilisti, togliendo le chiavi e disseminando l’asfalto di chiodi. Poi, sono passati all’azione, all’interno di una galleria, esplodendo complessivamente un centinaio di colpi di mitra contro il furgone di scorta ed il portavalori. Infine, anche in quel caso, è stato usato un flessibile per aprire un varco nel tetto del portavalori che trasportava 5 milioni di euro ma il colpo è fallito perché è entrato in azione il sistema di sicurezza dello “Spuma block”.

Le similitudini tra i due assalti fanno pensare all’azione di un commando organizzato che agisce in tutta Italia e di matrice pugliese-albanese. Diversi testimoni hanno raccontato di aver sentito uomini parlare con marcato accento meridionale, altri una lingua dell’Est, forse albanese. Le auto usate per l’assalto provengono dalla Campania e dalla Puglia.

«Stiamo prendendo in considerazione ogni ipotesi investigativa», spiega il capo della squadra mobile di Treviso Claudio Di Paola. «L’azione di fuoco è stata efferata anche perché sono stati esplosi colpi di armi pesanti contro la carrozzeria di furgoni portavalori. È innegabile che poteva succedere l’irreparabile se qualcosa fosse andato storto».

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Quasi centomila euro spariti dal blindatoultima modifica: 2016-10-22T12:00:50+02:00da sagittario290