*** CAMORRA *** Omicidio della guardia Antonio Maroder. La Corte riformula le pene per gli imputati

Cronaca

28 ottobre 2016

*** CAMORRA *** Omicidio della guardia Antonio Maroder. La Corte riformula le pene per gli imputati

Da ergastolo a trenta anni di carcere per Giuseppe Dell’Aversana detto “Peppe o’ riavolo” mentre per il pentito Vincenzo Giordano gli anni di carcere richiesti sono venti…

Di Mariangela Piccolomo

Omicidio della guardia giurata Antonio Maroder. La Corte di Assise d’Appello ha riformulato la pena dall’ergastolo a 30 anni per Giuseppe Dell’Aversana detto Peppe ‘o riavolo mentre per il pentito Vincenzo Giordano gli anni sono scesi a 20. Tra i legali del collegio difensivo, gli avvocati Paolo Caterino e Alfonso Baldascino. Dopo 20 anni dalla sua brutale uccisione, i fermi avvennero lo scorso 4 febbraio a conclusione di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli-Direzione Distrettuale Antimafia, da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta.

L’uccisione della guardia giurata avvenne il 27 gennaio 1994, nell’ambito della faida di camorra tra il gruppo camorristico Lago, capeggiato dal capofamiglia Pietro Lago e quello con a capo Giuseppe Contino, faida durata dal 1993 al 1998. All’esecuzione del delitto parteciparono anche esponenti dei Casalesi, fazione Bidognetti, all’epoca alleati dei Lago. Enrico Verde affiliato al gruppo casertano, fu l’ esecutore materiale per conto di Pietro Lago di un altro efferato omicidio ai danni di Alfonso Volpe. Proprio in virtù di ciò il 7 febbraio 2013 per Lago si aprirono le porte del carcere. I boss Francesco Bidognetti e Pietro Lago, infatti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, guidati dal maggiore Alfonso Pannone, Comandante del Reparto Operativo provinciale, si conobbero nel carcere di Poggioreale dove erano detenuti e da lì nacque l’alleanza: servirsi di killer che provenivano da un’ altra zona faceva comodo, infatti, ad entrambe le famiglie. Sotto processo per omicidio e sequestro di persona con l’aggravante del metodo mafioso sono Salvatore Cantiello, Giuseppe Dell’Aversano e Vincenzo Giordano.

La vittima, Antonio Maroder, secondo quanto riferito dai collaboratori di giustizia e secondo la ricostruzione accusatoria, fu prima attirata in un tranello grazie al quale venne condotta in un’abitazione di Pozzuoli, quindi sequestrata e, subito dopo, portata in una masseria nel Casertano, dove venne strangolata dopo essere stata barbaramente picchiata. Il movente fu il predominio sullo spaccio di droga a Pianura. Il cadavere, non è stato ancora ritrovato. Ad ottobre, è atteso il responso del giudice.

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