Cronaca
28 ottobre 2016 | 09:57
L’OPERAZIONE
Dalle sale slot alle casse del Civile: Sgominata la banda di rapinatori
All’inizio di quest’anno, nel tentativo di rubare la pistola d’ordinanza la banda ha malmenato una guardia giurata addetta alla sorveglianza di un autosalone di Brescia
di Lilina Golia
L’operazione Game Over – indagine su una serie di furti di slot machine e rapine in banca – culminata lo scorso anno con una sparatoria a Mazzano, non aveva propriamente chiuso il gioco. Anzi, i carabinieri della compagnia di Brescia hanno proseguito con ulteriori accertamenti sugli autori dei colpi, con Game Over 2, arrivando ad individuare una seconda banda di rapinatori violenti. Tra le due organizzazioni a fare da trait d’union era il capo della banda delle slot, Cristian Ciccone, 28enne bresciano, ritenuto dagli inquirenti il pianificatore delle azioni malavitose. E così, ieri mattina, i militari di piazza Tebaldo Brusato hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare tra Brescia, Botticino e Bedizzole, mentre due sono state notificate in carcere (uno dei destinatari era il 28 enne). A due degli arrestati sono stati concessi i domiciliari. I cinque, tutti bresciani Doc, pare agissero sotto l’effetto di stupefacenti durante le loro scorribande, particolarmente efferate in alcuni casi.
I carabinieri ritengono che a loro sia da attribuire una serie di furti e rapine, come quella messa a segno nel dicembre del 2014 alla cassa degli ambulatori dell’ospedale Civile. Tre i banditi che, pistola in pugno e colpo in canna, avevano preso d’assalto la guardiola, bloccato e legato con fascette da elettricista le due guardie giurate a cui avevano anche rubato le pistole, fuggendo poi a bordo di un Fiat Doblò – rubato qualche giorno prima a un 84enne bresciano – con i 10 mila euro contenuti nella cassa, ritrovata l’indomani, abbandonata, ovviamente vuota, in una via della città, insieme al piccolo furgone. A fornire le armi per l’assalto, sempre secondo gli investigatori, era stato un altro componente della banda, l’unico incensurato, che conduceva una vita apparentemente normale, pur con un tenore elevato, con tanto di villa con piscina, rispetto al suo stipendio di autista di un’officina meccanica e a quello della moglie, occupata in un’impresa di pulizie. Una delle pistole dei vigilantes era stata trovata un paio di mesi più tardi dalla Guardia di Finanza nel corso di un’operazione antidroga. Pare fosse pronta per essere venduta a uno straniero che aveva intenzione di utilizzarla per compiere un omicidio. Mentre andava in porto l’operazione Game Over, i carabinieri proseguivano le indagini sulla rapina al Civile. E la gang tornava colpire.
All’inizio di quest’anno, nel tentativo, andato fallito, di rubare la pistola d’ordinanza, uno dei componenti della banda aveva aggredito e malmenato una guardia giurata addetta alla sorveglianza di un autosalone di Brescia. Gli aveva calato il berretto sul volto per strappargli l’arma, ma era nata una violenta colluttazione nella quale la guardia, buttata a terra, aveva riportato ferite serie . Il bandito era poi fuggito, a mani vuote, con un’auto a bordo della quale c’era anche il suocero. Un mese dopo altro colpo, un furto ai danni di tre uffici commerciali. Scardinate le porte con piedi di porco e una pompa idraulica, ritrovati a casa dell’incensurato, si erano impossessati di denaro e materiale di valore. I carabinieri, attraverso descrizioni e riscontri, dopo un lungo lavoro investigativo, sono riusciti a chiudere il cerchio dell’organizzazione che agiva con cognizione di causa, destreggiandosi con disinvoltura anche negli ambienti criminali di un certo spessore, come hanno evidenziato il comandante provinciale dell’Arma, Luciano Magrini, e il comandante della Compagnia di Brescia, Lorenzo Provenzano. Un gruppo probabilmente assetato di denaro. Tra loro c’era anche chi faceva prostituire la compagna e chiedeva poi prestiti ai conoscenti.
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