Uccise il collega durante una rapina: “Fu omicidio preternintenzionale”

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Cronaca

08 settembre 2106

Uccise il collega durante una rapina: “Fu omicidio preternintenzionale”

Chiuse le indagini sulla morte di Davide Giuliani, 46 anni, morto il 13 agosto dle 2015

di CARLO BARONI

Montecalvoli, 8 settembre 2016 – La Procura di Pisa ha chiesto il processo per Simone Paolini, dipendente del corpo “Guardie di Città”, assistito dall’avvocato Erminia Imperio, contestandogli – con due procedimenti distinti – l’omicidio preterintenzionale e il porto abusivo d’arma da fuoco (per i titoli scaduti). Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Antonio Giaconi che ha concluso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio.

La storia è quella della rapina conclusa in tragedia con la morte di Davide Giuliani, 46 anni, di Montecalvoli il 13 agosto del 2015.

«Siamo in attesa della fissazione della data dell’udienza – precisa il legale – Sulle scelte che faremo, ovviamente, mantengo il riserbo: stiamo valutando se chiedere l’abbreviato o andate al rito ordinario». Da escludere il patteggiamento. «Questa storia è un doppio dramma umano – aggiunge l’avvocato Imperio – perché da una parte c’è il grande dolore dei familiari della vittima e dall’altro la vita stravolta del mio assistito. La nostra è, e sarà, una linea difensiva di grandissimo rispetto dei familiari della vittima».

Paolini e Giuliani erano colleghi. Quest’ultimo era stato addirittura il mentore di Paolini. Ma quella mattina i loro ruoli furono diametralmente opposti.

Il copione reso da Paolini, 38 anni, di Pisa, nell’interrogatorio di un anno durato quasi sei ore non ha avuto durante le indagini modifiche rilevanti: Paolini ricostruì agli inquirenti i drammatici minuti durante i quali lui sarebbe prima stato minacciato da Giuliani che, con il volto coperto da un casco integrale, gli chiedeva di consegnargli l’incasso del Palabingo e poi si sarebbe difeso sparando i due colpi da dentro l’auto. Secondo la scansione temporale di quell’alba di tragica sono le 4,27 quando Paolini, in divisa dell’istituto di vigilanza di Ospedaletto, parte per ritirare l’incasso della sala bingo.

Tre minuti dopo è in auto e all’improvviso compare un uomo armato e con il volto coperto da un casco. A quel punto il vigilante tenta di investire il bandito per metterlo in fuga. Ma invano. A quel punto il collega rapinatore si avvicina al finestrino del guidatore e da seduto Paolini spara e lo colpisce al fianco e al petto. Tra i due, nonostante le gravi ferite riportate dal 46enne, c’è la colluttazione nelle quale Paolini «smaschera» il rapinatore togliendogli il casco ed così che vede la drammatica verità: il malvivente è il collega, l’ultima persona che mai si sarebbe immaginato in quelle vesti e che gli rivolge le sue ultime parole, il perché – «il bisogno di soldi» – da vigilante è diventato rapinatore. L’appuntato in congedo parentale da gennaio di quell’anno, per assistere il padre, non riesce a sopraffare il collega, né a mettere le mani sul bottino di 6mila euro appena prelevato. Morirà una manciata di minuti dopo sotto gli occhi delle guardie giurate.

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Uccise il collega durante una rapina: “Fu omicidio preternintenzionale”ultima modifica: 2016-09-09T11:30:17+02:00da sagittario290