Cronaca
Set 7, 2016
La denuncia di Michele D’Antonio: “Sono stato sequestrato dalla guardia giurata del Rizzoli”
Ci sono atteggiamenti che, spesso, scaturiscono dalla falsa idea che abbiamo della divisa. C’è chi, solo perché indossa un abito da lavoro pensa di poter disporre di cose, luoghi e tempo. Questa, però, è la storia di una denuncia che nasce da atteggiamenti da Robocop o da sceriffo americano che si ripetono spesso. Al Rizzoli. E questa volta la denuncia non social o affidata alla stampa, bensì è un atto deposito al Commissariato di Polizia di Ischia. Perché certi atteggiamenti (“io vengo da Napoli, che ti credi”) non si possono consentire a nessuno.
«Il sottoscritto D’Antonio Michele – inizia così la denuncia – domenica 4 settembre, verso le ore 13.30 circa mi sono portato presso l’ospedale di Lacco Ameno, giunto sul posto chiedevo alla guardia giurata di servizio, dove potevo incontrare operatori del 118 “ambulanze”. La guardia mi rispondeva che stavano al primo piano reparto Ortopedia, lì occupavano una stanza. Salivo al primo piano, chiedevo a un infermiere del reparto di Ortopedia dove potevo incontrare gli operatori del 118, mi indicava la stanza, bussavo e dall’interno mi invitavano ad entrare. Da cittadino chiedevo ai due operatori del 118 presenti “come mai la stampa isolana da un po’ di tempo vi critica”. Uno degli operatori mi rispondeva che quelle della stampa sono polemiche inutili e quello che pubblicano sono cose non vere, come non vero che le ambulanze fanno servizio taxi come riportava il quotidiano isolano Il Golfo.
Dopo aver colloquiato con gli operatori del 118, scendevo al pianterreno e mi fermavo sempre all’interno dell’ospedale vicino alle ambulanze. Facevo foto e pubblicavo sulla mia pagina Facebook Michele D’Antonio “Preciso che il sottoscritto quotidianamente pubblica con foto e commenti tutto il degrado che riscontro su tutto il territorio dell’isola d’Ischia, sono ben conosciuto dalle forze dell’ordine e da tutte le amministrazioni politiche isolane”.
Intanto si erano fatte le ore 14.45 circa, stavo andando via. All’improvviso arrivavano due guardie giurate insieme a tre operatori del 118, mi intimavano di non uscire fuori dall’ospedale, questo me lo diceva una delle guardie giurate, perché aveva chiamato la Polizia di Stato, contestandomi il fatto che il sottoscritto avrebbe fatto alcune foto all’interno del reparto di Ortopedia. Facevo verificare alle guardie e agli operatori del 118 sul mio tablet che non avevo foto del reparto Ortopedia. Dopo che loro avevano verificato mi tenevano fermo e mi obbligavano a non uscire dall’ospedale se non prima che arrivasse la Polizia.
Alle ore 16.40 circa, invece di arrivare la Polizia di Stato arrivavano i Carabinieri che mi trovavano fermo all’interno dell’ospedale, vicino a me una guardia giurata che mi teneva fermo e mi sorvegliava insieme a operatori del 118. Ai Carabinieri consegnavo il tablet per verificare se il sottoscritto aveva fatto foto all’interno del reparto Ortopedia. I Carabinieri, dopo aver verificato e accertato che non avevo fatto foto mi consegnavano il tablet e dopo avermi identificato mi invitavano ad uscire dall’ospedale. In sintesi sono stato bloccato all’interno dell’ospedale di Lacco Ameno senza aver fatto niente di illegale dalle guardie giurate e dai tre operatori del 118 di sesso maschile. Mi guardavano a vista, pensavano forse che il sottoscritto voleva scappare.»
Atteggiamenti impossibili e inaccettabili. Ora le guardie giurate si mettono a verificare se si scattano foto o meno? Che ridicolaggine. Controllano tutti i telefonini dei pazienti e degli utenti? No! Fanno solo i gradassi chi pensano di poter alzare la voce. Speriamo nella magistratura. Speriamo si muova presto.