Sicurezza integrata con le telecamere pubbliche e private

MattinoPadova

Cronaca

09 giugno 2016

Sicurezza integrata con le telecamere pubbliche e private

A Limena il sistema permetterà di convogliare le immagini in un’unica rete a disposizione delle forze dell’ordine

di Cristina Salvato

LIMENA. Un sistema di sicurezza integrata metterà in collegamento tutte le telecamere di Limena, sia quelle pubbliche che quelle private, convogliando le immagini in un’unica centrale operativa. Un servizio che garantisce maggiore sicurezza e immagini più dettagliate del territorio, utili in caso di indagini. Il progetto, che rientra nelle azioni promosse dal ministero dell’Interno, è in embrione e a breve saranno rese note le modalità di adesione da parte dei privati. Nel frattempo il Comune di Limena, come ente pubblico, è uno dei primi ad aver patrocinato il progetto che si chiama “Distretto sicuro”.

«Il progetto offre alcune soluzioni di sicurezza integrata attraverso le quali si raggiunge l’obiettivo di una maggiore sicurezza per i cittadini e le imprese», spiega il sindaco Giuseppe Costa. «Si mettono in rete tutte le iniziative di videosorveglianza e gli impianti di sicurezza pubblici e privati, che saranno collegati alle sale operative di vigilanza privata e delle forze dell’ordine. Consta di una serie di azioni concrete già collaudate nei recenti protocolli d’intesa che il ministero dell’Interno ha attivato su scala nazionale».

Al sistema di sicurezza integrata, oltre ai Comuni con le telecamere poste sulle strade e nei luoghi pubblici sensibili, possono aderire singole abitazioni, intere vie o quartieri, singole ditte o gruppi di aziende nelle zone industriali (queste ultime particolarmente bersagliate dalle ondate di criminalità): si verrebbe a creare così una rete capillare di punti di osservazione, che fornirebbero alle forze dell’ordine maggiori dati su cui indagare in caso di reati, anche in tempo reale. «Una rete che collega più punti ha il vantaggio di permettere il controllo anche in caso di spostamenti o fuga di malintenzionati da Comune a Comune», prosegue Costa, «e dal momento che le immagini non vengono più visionate dalle ditte di vigilanza privata, non si pone più il problema della privacy, che oggi impedisce di puntare le telecamere in aree pubbliche, ma obbligano le abitazioni, i negozi e le aziende a direzionarle solo sui portoni, cancelli d’ingresso e giardini, ma non sulle strade».

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