Proposta Ivri: Academy della sicurezza sull’area Expo Milano

Attualità

18 aprile 2016

Proposta Ivri: Academy della sicurezza sull’area Expo Milano

di Gianmarco Gallizzi

«Per noi sicurezza non è una parola. È un concept. Un modus operandi. È un fattore culturale, che stiamo cercando di abbracciare, conoscere e sviscerare in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue declinazioni». A parlare così è Vincenzo Paradiso, direttore generale di Ivri (Istituti di vigilanza riuniti d’Italia), azienda leader nel settore della vigilanza privata. Uno che di sicurezza aziendale se ne intende senz’altro e che grazie al suo lavoro vive in stretta connessione con il mondo delle aziende e le loro preoccupazioni.

Dottor Paradiso, quali sono i servizi che oggi le aziende vi richiedono in misura maggiore? È cambiato qualcosa negli ultimi cinque anni?
«Considerata la nostra lunga tradizione ed esperienza nell’ambito della vigilanza intesa in tutte le sue declinazioni, i servizi che ancora oggi vengono maggiormente richiesti sono quelli legati al nostro storico core business. Lo stesso discorso vale per il trasporto valori in cui Ivri è leader a livello nazionale. Tuttavia è innegabile che le richieste del mercato siano lo specchio del presente e che oggi anche servizi innovativi come quelli volti a garantire la business continuity e la sicurezza informatica rappresentino un’area di grande interesse per i nostri clienti».

Quindi avete dovuto rivedere lo spettro delle vostre attività?
«Allo scopo di rispondere a questa specifica esigenza abbiamo investito in partnership internazionali con aziende leader di settore, quali Lotan Hls & Defense e Isc International Study Center, rispettivamente specializzate in cyber security-antiterrorismo e intelligence services, con cui abbiamo sviluppato l’area R&S».

Quali sono gli atti di criminalità più ricorrenti oggi per le pmi?
«Senza dubbio sono proprio i cyber-attack a costituire una delle maggiori minacce, in virtù della crescente diffusione delle tecnologie Ict e delle nuove forme d’attacco, sempre più sofisticate. Compongono un nuovo scenario che va studiato e analizzato. Prevenuto, quando possibile. Un contesto costellato di rischi da cui nessuna azienda, sia di piccole come di grandi dimensioni, può più ritenersi esente. Per far fronte a questa esigenza, grazie alla collaborazione con i nostri partner, operiamo efficacemente sul fronte della cyber security: mettiamo a disposizione dei nostri clienti diversi strumenti di controllo, valutazione e gestione delle minacce, conciliando il difficile binomio tra “sicurezza e privacy”».

I rischi che ritengono di correre le pmi che si rivolgono a voi sono sempre reali o si è alzata la percezione del rischio negli ultimi tempi senza che, in certi casi, ne esistano i presupposti?
«Dal nostro punto di vista, la percezione del rischio avvertito dalle pmi italiane è talvolta addirittura inferiore a quello reale. Mi riferisco alla valutazione di minacce concrete, come per esempio quelle inerenti ai possibili attacchi informatici. Nel nostro paese si tende a considerare il tema della sicurezza spesso solo in situazioni di emergenza, senza svolgere un’adeguata attività di prevenzione, ovvero inserendo una valida strategia di security già nella fase iniziale dei progetti».

Quale lacuna avverte nell’approccio delle imprese al tema della sicurezza?
«Ciò che spesso manca è lo sviluppo di una reale cultura della sicurezza. Ed è questo vuoto che noi cerchiamo di colmare. A partire dalla formazione interna del nostro personale, sia a livello di management che operativo – con corsi come ad esempio quelli sulle tecniche antiterrorismo, che mirano a formare squadre speciali altamente qualificate – e proponendo progetti che coinvolgano anche le nuove generazioni».

Ivri ha coperto con i suoi servizi di vigilanza anche l’Expo di Milano dello scorso anno. Che bilancio potete fare?
«Grazie a Expo ci siamo potuti confrontare con un evento di portata globale. L’abbiamo seguito fin dal primo mattone del cantiere, nell’ottobre 2012, gestendo la sicurezza non solo del sito espositivo prima, dopo e durante la manifestazione, ma anche dei padiglioni di più di 20 paesi. In 184 giorni, l’esposizione universale ha attratto ben 21,5 milioni di visitatori provenienti da 140 paesi diversi. Un contesto che ha rappresentato per noi una grande opportunità, una grande scuola. Sono state coinvolte ben 565 risorse».

Cosa vi ha lasciato in eredità?
«Il positivo esito della manifestazione sotto il profilo security ha costituito per noi la conferma della capacità di gestire in modo eccellente grandi eventi, nonché un ottimo esempio di cooperazione tra “pubblico e privato”. Questa esperienza ha inoltre evidenziato la validità di supportare l’operatività dei nostri servizi con una approfondita attività di intelligence preventiva che ha compreso fasi di studio, analisi e ricerca, e che oggi è assolutamente necessaria per essere “attori” di un vero sistema di prevenzione. A maggior ragione nell’ambito di eventi di portata mastodontica, quale è stato proprio Expo».

Ora c’è da affrontare la questione del post-Expo. In occasione del Global Risk Forum 2016 Ivri ha presentato una sua proposta. Di cosa si tratta?
«Abbiamo lanciato il progetto di istituire una Academy della Sicurezza, all’interno del Polo Tecnologico che auspichiamo di poter costituire nell’ex area di Expo Milano, in collaborazione con università nazionali e internazionali. Il Polo mirerebbe a essere un incubatore di eccellenze e professionalità in cui studenti qualificati ed esperti del settore potranno interagire, coordinare, sintetizzare e ottimizzare idee ed esperienze. Elaborando in questo modo una nuova visione della sicurezza».

http://bimag.it/imprese/prodotti-e-servizi/ivri-mai-sottovalutare-rischi-italia-serve-piu-cultura-della-sicurezza_409236/

Proposta Ivri: Academy della sicurezza sull’area Expo Milanoultima modifica: 2016-04-19T11:45:44+02:00da sagittario290