PalaGiustizia, nuovi metal detector Ma in Procura telecamere «cieche»

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Cronaca

9 aprile 2016 | 08:36

TRIBUNALE UN ANNO DOPO LA STRAGE

PalaGiustizia, nuovi metal detector Ma in Procura telecamere «cieche»

Vigilantes fino a mezzanotte e passi carrai proibiti a chi non lavora all’interno. La Procura Generale ha elaborato un piano per rafforzare i controlli esterni e interni

di Luigi Ferrarella

Si può rispondere «ancora niente», ma si può anche rispondere «già qualcosa», alla medesima domanda su cosa sia cambiato nella sicurezza di Palazzo di Giustizia a un anno dal 9 aprile 2015 il giorno in cui l’immobiliarista Claudio Giardiello riuscì ad entrare in Tribunale con una pistola e nell’aula del suo processo al terzo piano uccise l’avvocato Lorenzo Claris Appiani che stava per testimoniare, il coimputato Giorgio Erba, e al piano inferiore il giudice civile Fernando Ciampi nel suo ufficio.

Di cambiato in questi 12 mesi c’è sinora soprattutto il fatto che tutti i metal detector sono stati rinnovati e sostituiti con modelli più aggiornati: uno sforzo finanziario ingente, anche per la costante manutenzione di cui hanno bisogno vista l’usura causata dall’esame in media di 5/6.000 ingressi al giorno. In questo momento, ad esempio, necessita di una riparazione proprio la macchina di via San Barnaba (ingresso dal quale passò Giardiello, secondo i pm dell’inchiesta bresciana mettendo la pistola nella borsa fatta passare sotto il metal detector senza che il vigilante ora indagato se ne avvedesse), e per questo lì è stata aumentata la presenza di vigilantes che a mano controllano le persone e le borse con la «paletta» scanner. Nel corso di quest’anno è cambiato anche il fatto che i passi carrai siano stati inibiti all’ingresso dei pedoni, che l’entrata di via Manara sia stata riservata solo a dipendenti e avvocati, e che la presenza dei vigilantes sia stata prolungata sino a mezzanotte.

Ma l’obiettivo della Procura Generale, dove ha preso possesso Roberto Alfonso, sta in una bozza di complessivo ripensamento della sicurezza di un Palazzo di Giustizia che, per la sua specificità architettonica ma anche per il bisogno di restare «aperto» ai cittadini, non può essere «militarizzato» in una sorta di bunker, ma nel contempo resta non facile da proteggere. Dal tavolo tecnico che Alfonso riunisce una volta alla settimana sta prendendo corpo una serie di interventi che entro i primi di maggio si vorrebbe sottoporre alla Conferenza Permanente e a ruota al Ministero della Giustizia per il finanziamento.

La prima scelta sarà decidere se far controllare sotto i metal detector tutti ma proprio tutti, oppure se deviare avvocati (che però son già loro più di 20.000 in città) e magistrati e poliziotti e dipendenti verso un sistema di tornelli e vetrate aperti da badge magnetici. La bozza conteggia poi di piazzare un’altra decina di telecamere all’esterno del Tribunale e ben 290 all’interno, del tipo che possano segnalare in automatico ai carabinieri la rilevazione di anomalie nei volumi: tv che si sperano più efficaci dell’esperienza fallimentare delle decina di telecamerine piazzate anni fa nei corridoi della Procura, bellissime ma mai messe in rete.

In due degli uffici dei 7 piani, e cioè il Tribunale di Sorveglianza (che si occupa dei detenuti) e l’Ufficio Gip verrebbe introdotto un secondo livello di guardie che verifichino identità e motivi di chi dice di dover andare da un giudice.

Per tutti i 500 magistrati del Palazzo, invece, si pensa a videocitofoni alle porte degli uffici, anche qui per dare un minimo di filtro alle richieste di colloquio.

Per le aule di udienza si sta poi valutando di dotarle di un pulsante di allarme che in caso di emergenza richiami l’attenzione dei carabinieri (una cinquantina nei vari turni) che circolano nel gigantesco Palazzo di Giustizia.

Già cambiato, invece, è il sistema di pagamento dei vigilantes, con verifica a fronte delle prestazioni svolta due volte al mese da un apposito Nucleo in Procura Generale: il contratto, che impegna circa 2,5 milioni l’anno, scadrà e dovrà essere rifatto il 30 giugno.

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_aprile_09/palagiustizia-nuovi-metal-detector-ma-procura-telecamere-cieche-600df14e-fe1c-11e5-9678-8403d0d80f1f.shtml

PalaGiustizia, nuovi metal detector Ma in Procura telecamere «cieche»ultima modifica: 2016-04-10T11:00:29+02:00da sagittario290